Michael Jordan secondo al Superbowl della pesca con un montepremi da urlo e la macchina della verità (Times)
Montepremi di quasi 4 milioni di dollari. Regolamento ferreo e pescatori a prova di bugie. L'imbarcazione di Jordan ha pescato il secondo martin più grande

Db Milano 24/10/2006 - Jordan Classic Camp / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Michael Jeffrey Jordan
Quando il mare si alza, con onde di oltre due metri ogni sette secondi, anche la più grande delle imbarcazioni deve affrontare una sfida titanica. È in queste condizioni estreme che Michael Jordan ha testato la sua Catch 23, una imponente Bayliss di 25 metri, durante il White Marlin Open. La passione del leggendario cestista per la pesca d’altura lo ha portato a partecipare a quello che è considerato il “Super Bowl della pesca”, dove i premi in denaro superano i 3,9 milioni di dollari.
Lo racconta Il Times che ha scritto della fantastica passione di Michael Jordan che ha partecipato al “SuperBowl” della pesca.
A bordo della sua lussuosa imbarcazione da 15 milioni di dollari, Jordan e il suo equipaggio hanno affrontato una vera e propria tempesta, imbarcando grandi quantità d’acqua mentre combattevano con un marlin bianco di 32 kg. Gli spruzzi raggiungevano la cima della torre di controllo, e il team si trovava con l’acqua fino alle ginocchia, un’immagine che racconta l’intensità e la difficoltà di questa competizione.
C’è anche la macchina della verità contro il pescatore che la spara più grossa
A fare da sfondo a questa avventura, c’è un regolamento rigido e inflessibile. Le regole del White Marlin Open sono così severe da prevedere che, durante la lotta con il pesce, un pescatore debba agire da solo. Chiunque lo tocchi, se non per evitare una caduta in mare, annulla la validità della cattura. Ma la regola più curiosa, e a tratti controversa, è l’uso del poligrafo, la cosiddetta “macchina della verità”.
Come spiega Madelyne Motsko, direttrice del torneo, questo strumento è stato introdotto oltre vent’anni fa. Il motivo? Semplice: con centinaia di barche che competono su vaste aree di mare, far rispettare le regole è quasi impossibile. I pescatori, si sa, tendono a “esagerare” le proprie storie, e quando in ballo ci sono milioni di dollari l’integrità del torneo è a rischio. La direzione ha quindi deciso di affidarsi a professionisti, spesso ex poliziotti, per sottoporre l’equipaggio vincitore a un test.
Racconta il Times:
Questa misura di sicurezza ha generato una battaglia legale nel 2016, quando un pescatore, Phil Heasley, fu squalificato per aver fallito il test, perdendo un premio di 2,8 milioni di dollari. La corte ha dato ragione al torneo, confermando la validità del poligrafo come strumento per garantire l’onestà e tutelare la reputazione di un evento che, nel corso degli anni, ha distribuito premi per oltre 100 milioni di dollari.
La Passione di Jordan: oltre i premi in denaro
Prosegue il quotidiano inglese:
La Catch 23 di Jordan ha conquistato un premio di 389.000 dollari per il secondo marlin bianco più grande. Nonostante il costo dell’imbarcazione e la somma vinta relativamente “modesta”, è evidente che l’ex stella dell’Nba sia lì più per l’amore della competizione che per il denaro. La pesca, come ha affermato Madelyne, è il “grande livellatore”: non importa chi sei o quanto sei ricco, la sfida con il pesce è aperta a tutti.
Nonostante la vittoria sia sfumata, Jordan ha vissuto un’esperienza indimenticabile, culminata con il suo arrivo al porto e l’entusiasmo della folla, che ha testimoniato la sua profonda passione per questo sport. La sua storia, insieme a quella del professore di matematica che ha vinto il torneo due volte o del gruppo di pompieri di New York che ha trionfato pur essendo principiante, dimostra che al White Marlin Open la vera vittoria sta nell’adrenalina della sfida e nella bellezza di un’avventura in mare aperto.