Cocciaretto l’anti-Zverev: «lo stress dei tennisti? Mio nonno ha costruito una fabbrica, mia nonna ci ha lavorato fino a 80 anni»
Dal Giornale. «La vita è dura per tutti: bisogna apprezzare quello che si ha. Ho battuto Pegula e mio padre mi ha inviato un emoji. Quando ho preso 30 e lode, ha fatto festa»

Italy's Elisabetta Cocciaretto plays a forehand return to US player Jessica Pegula during their women's singles first round tennis match on the second day of the 2025 Wimbledon Championships at The All England Lawn Tennis and Croquet Club in Wimbledon, southwest London, on July 1, 2025. (Photo by Adrian Dennis / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE
Cocciaretto l’anti-Zverev: «lo stress dei tennisti? Mio nonno ha costruito una fabbrica, mia nonna ci ha lavorato fino a 80 anni»
Elisabetta Cocciaretto a Wimbledon vince in campo e fuori. È al terzo turni di Wimbledon, lei numero 116 del mondo. Ha sbalordito eliminando al primo turno la testa di serie numero 3 Pegula e ieri ha superato anche il turno successivo. In conferenza stampa ha detto la sua sullo stress dei tennisti. le sue parole riportate dal Giornale che sta seguendo il caso Zverev e le lamentele di alcuni tennisti per l’eccessiva pressione psicologica cui sarebbero sottoposti.
Scrive Il Giornale:
Intanto continua l’onda lunga delle parole di Zverev, con Aryna Sabalenka che lo invita a parlare di più dei suoi problemi («se tieni tutto dentro, la situazione rischia di ucciderti»), mentre il fratello Misha invece non sembra solidale: «Sasha sta male? I bimbi in Africa stanno peggio».
Anche Lucia Bronzetti, ko con onore con l’Andreeva, rivela che qualche mese fa aveva pensato di smettere («Non riuscivo più a divertirmi facendo la cosa che amo») e a questo punto il circuito intero dovrebbe farsi una domanda: meglio guadagnare sempre più soldi o essere meno ricchi (e meno impegnati) ma più felici?
La risposta migliore arriva da Elisabetta Cocciaretto, altro sorriso italiano del giorno e non solo per metafora. Dopo aver sconfitto 6-0, 6-4 l’americana Volynets, si presenta alla stampa come sempre solare: «L’altro giorno, quando ho battuto la Pegula, mio papà mi ha mandato solo l’emoji di un pollice, mentre quando ho preso un 30 e lode ha fatto festa: m’ha fatto morire dal ridere». Lei è così, 16 esami già fatti a Giurisprudenza («in realtà e mezzo perché di diritto penale mi manca la parte speciale»), ma soprattutto una testa che può affrontare con saggezza il tema del momento: «Io penso spesso alla mia famiglia: mio nonno ha costruito una fabbrica dal nulla, mia nonna ha lavorato in quella fabbrica fino a 80 anni e fino a due giorni prima di morire; mia madre lavora dalla mattina alla sera, mio padre fa lo stesso mestiere da una vita, così come mia zia che va nello stesso ufficio tutti i giorni e poi si occupa di mio nonno. Noi tennisti possiamo essere stressati, ma la vita è dura per tutti: bisogna solo fermarsi ad apprezzare quello che si ha, personalmente posso solo dirmi fortunata». Diciamolo: una fuoriclasse.