Martinenghi: «La medaglia olimpica è nel suo scrigno, non l’ho mai tirata fuori. In fondo, è solo un pezzo di metallo»

A Men's Healt: «Io amo bere. Anche gli atleti sono comuni mortali. Il ranista è come il portiere nel calcio: diverso dagli altri»

OLIMPIADI Martinenghi

Italy's Nicolo Martinenghi celebrates after winning the final of the men's 100m breaststroke swimming event during the Paris 2024 Olympic Games at the Paris La Defense Arena in Nanterre, west of Paris, on July 28, 2024. (Photo by Manan VATSYAYANA / AFP)

Men’s Healt intervista Nicolò Martinenghi, campione di nuoto, che con Matteo Giunta sta lavorando per preparare le Olimpiadi di Los Angeles 2028. Il cambio di allenatore ha coinciso con un cambio di città, ora è a Verona «Dio quanto è bella: si mangia bene, si beve bene e si vive splendidamente»

A Parigi nel 2024 ha vinto la medaglia d’oro. Ha battuto Adam Peaty. Ed è entrato nella storia del nuoto. E ovviamente dello sport italiano.

Un nuotatore può bere?  «Certo. Io amo bere. Anche gli atleti sono comuni mortali, togliersi qualche sfizio è più che lecito».

Il primo ricordo in vasca? «Ero troppo piccolo per averne memoria. Mi trovavo a Lanzarote, a casa di mia nonna, quando sono caduto in piscina. Non sapevo ancora nuotare e mio padre ha dovuto tuffarsi per salvarmi. Nulla di drammatico, sia chiaro, ma è stato senza dubbio un primo approccio un po’ traumatico. Forse anche per questo, almeno inizialmente, non avevo un bel rapporto con l’acqua. Quando da bambino mi portavano in piscina, non volevo entrare in vasca, mia madre doveva obbligarmi».

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Sei tu che hai scelto la rana o è la rana che ha scelto te? «È sempre lo stile che ti sceglie. Per la rana, poi, devi essere predisposto geneticamente. Il ranista è come il portiere nel calcio: diverso dagli altri. Per questo spesso chi fa rana è un po’ matto. Io oramai questa “follia” la maschero bene, ma dentro di me continua a esserci la voglia di fare sempre qualcosa sopra le righe».

Dov’è la medaglia olimpica? «Nel suo scrigno, non l’ho mai tirata fuori. In fondo, è solo un pezzo di metallo. Ciò che conta è l’emozione che regala ogni volta che la guardi. Quella non passa mai».

Il tuo ultimo pensiero prima di tuffarti? «Divertiti, esplodi, spara»

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