Wilander: «Io non avrei mai battuto Alcaraz, i tennisti di oggi sono molto più forti»
Al Mundo: "Oggi fanno un altro sport. Sinner sulla terra raggiungerà il livello di Alcaraz se impara a non spingere sempre. È maturo e vuole imparare"

Spain's Carlos Alcaraz celebrates after winning his men's singles semi final match against Italy's Jannik Sinner on Court Philippe-Chatrier on day thirteen of the French Open tennis tournament at the Roland Garros Complex in Paris on June 7, 2024. (Photo by Bertrand GUAY / AFP)
Mats Wilander ha 60 anni, e dice che è molto contento: “Mentalmente ho vent’anni. Ho già vissuto più a lungo di mio padre. Mio padre morì nel 1990 a 59 anni, e pensavo che fosse un uomo anziano”. Fa parte del club delle leggende del tennis, ora è il volto di Eurosport. E – in un’intervista a El Mundo – ammette che non c’è paragone, tra quel mondo e quello di oggi: “Io anche se fossi stato al meglio delle mie possibilità, non avrei mai battuto Alcaraz. I tennisti di oggi sono molto più bravi di quanto lo fossimo noi tennisti di un tempo. È un altro sport. L’unica cosa che avrei potuto fare è giocare senza errori e aspettare che lui sbagliasse. Avrei potuto batterlo solo nello spogliatoio, dopo mesi sollevando pesi, diventando più forte per intimidirlo e far sì che non volesse giocare contro di me”.
Wilander che Alcaraz ha solo due avversari: “Uno di nome Jannik Sinner e un altro ancora più forte di nome Carlos Alcaraz. A volte non riesce a entrare in partita come dovrebbe, è vero. Ma se lo paragoniamo ai Big Three, alla sua età nessuno aveva vinto tutto. Ad esempio, a Parigi Federer ha perso una volta contro Kuerten al secondo turno. Sulla terra battuta, Alcaraz, con la sua abilità nel dritto, la sua facilità nei drop shot, la sua abilità fisica… è di gran lunga superiore. Inoltre, con cinque set, ha spazio a disposizione se si distrae, non è un problema”.
Wilander a proposito di Sinner
E Sinner? “Sinner raggiungerà il suo livello sulla terra battuta perché ha voglia di migliorare; non si accontenta di essere il numero uno e di vincere sul cemento. È molto maturo. Questo è importante. In realtà la finale di Roma avrebbe potuto andare in entrambi i modi; la partita è stata decisa in quel tie-break. Ma adesso deve imparare a giocare sulla terra battuta. Rimane sempre sulla linea, colpisce sempre in modo aggressivo e ha bisogno di trovare più risorse. Sulla terra battuta non può attaccare molto perché è esposto agli errori; deve fare un passo indietro e giocare anche in difesa”.