Hamsik: «Allegri sarebbe una scelta giusta: è un vincente, sa come si vince lo scudetto»

La conferenza per la partita d'addio dell'ex Napoli: «Il nuovo Hamsik? Si parla tanto di McTominay, ma non siamo molto simili»

Hamsik

Mg Bergamo 03/12/2018 - campionato di calcio serie A / Atalanta-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Marek Hamsik

Il 5 luglio alle ore 19 Marek Hamsik saluterà il calcio giocato con una partita d’addio a Bratislava, che sarà trasmessa in esclusiva su CalcioNapoli24 (canale 79 del digitale terrestre e in streaming su Youtube). L’ex capitano del Napoli ha tenuto la conferenza stampa di presentazione.

Hamsik: «De Laurentiis mi ha detto che posso tornare a Napoli quando voglio»

«La partita sarà un mix, vorrei i miei compagni della nazionale, del Napoli e degli altri club in cui ho giocato. Sarà Slovacchia vs resto del mondo. Ci saranno Mertens, Callejon, Lavezzi, Cavani, stasera vedrò Inler, Dzemaili, Paolo Cannavaro, Behrami, Pepe Reina, Montervino, Albiol, Gargano, Lobotka, Skrtel e Skriniar.» 

Il trio Hamsik-Lavezzi-Cavani:

«Sarà magico rivedere il tridente. Ricordo il primo giorno col Pocho a Castel Volturno, tutto serio, poi è diventato un simbolo della città». 

Riassunto della carriera:

«Ho realizzato il mio sogno. Sin da bambino pensavo che sarebbe stato destino giocare a calcio». 

Chi è stato Marek Hamsik?

«Un calciatore che ha realizzato i suoi sogni, aver avuto una parte importante nel Napoli e ne sono stato orgoglioso, anche senza vincere lo scudetto.»

Una partita per iniziare una nuova vita da allenatore?

«Ormai sono due anni che mi dedico a questa nuova veste con i settori giovanili, ho scoperto un’altra passione che mi piace molto e
sono fortunato d’essere nello staff della nazionale slovacca con Francesco Calzona».

Scudetto rubato?

«Non ho rimpianti ma mi godo i due scudetti vinti finora dal Napoli. Un po’ di rammarico ce l’ho, ma alla fine il Napoli l’ha vinto e non rimpiango nulla. Ho vissuto il mio sogno, mi sono sempre goduto questa città e questi tifosi, sono rimasto 12 anni fedele a questa maglia, la ritengo mia e sono contento che siamo stati la squadra a vincere il primo trofeo dopo Diego Armando Maradona.»

La gioia più grande vissuta?

«Quelle vincenti, i trofei vinti, quelli alzati sono quelli che contano. Ce li ho tatuati sulla mia pelle, li ritengo importanti così come il mio record di presenze».

Tornare a lavorare al Napoli?

«Col presidente ci ho parlato lo scorso anno, qui ho sempre la porta aperta. In Slovacchia ho impegni con i miei figli ma mi piacerebbe far parte di una società come il Napoli. Anzi, faccio i miei complimenti al mister Conte per lo scudetto vinto».

Le emozioni per la vittoria dello scudetto?

«Prima della partita ho messo sui social la foto di una sciarpa del Napoli, Scott McTominay ha fatto un grandissimo gol per sbloccarla e gli vanno fatti i complimenti. Un ritorno al Napoli mi piacerebbe, magari! La strada da allenatore è difficile e lunga, ma la passione mi esalta: non se riuscirò ad avere una grande carriera, vediamo».

Chi potrei segnalare al Napoli campione d’Italia?

«Il Napoli mi chiamò per Lobotka per sapere com’era, ma dopo un anno difficile ha fatto vedere a tutti di essere uno dei più forti del
mondo nel suo ruolo. Il Napoli ha fatto un grande colpo con McTominay, penso che tutti stiano aspettando De Bruyne e magari forse è così: è un fuoriclasse.»

Contatti con il Napoli per un ritorno?

«Con De Laurentiis ci siamo visti un anno fa qui a Napoli, abbiamo parlato: è un grande, mi ha detto che ci sono sempre le porte aperte per me, anche se adesso mi sto impegnando con i miei figli».

C’è un nuovo Hamsik?

«Difficile da dire, si parla tanto di Scott McTominay che a me piace tanto, ha feeling col gol ed è forte fisicamente e di testa, sempre presente in area di rigore. Lui mi piace molto, anche se forse non siamo molto simili. A me piace Pedri del Barcellona, anche se gli manca il gol, ho sempre ammirato i centrocampisti che hanno fatto assist e gol. Come De Bruyne? Anche, sono tre gradini sotto un fuoriclasse come lui.»

De Bruyne vestirebbe la maglia numero 17?

«Dovete chiedere ad Olivera se gliela dà…è un numero simbolico per Napoli, a me fa piacere vederlo in campo. Magari venisse, un
giocatore con la sua classe può aiutare e far vedere quanto bene può fare in azzurro.»

Cosa direi ai miei compagni e a Conte in vista della prossima stagione?

«Non saprei immaginarmi capitano oggi, tutti vorrebbero che Conte rimanesse perché ha dato entusiasmo e motivazioni forti. Spero che la squadra si mantenga unita il più possibile e venga rinforzata.»

Il gol più bello con il Napoli?

«Forse quello contro la Juventus in finale di Coppa Italia, come importanza. Come bellezza non saprei dire, quello col Milan pure fu bello dopo quasi 80 metri».

Allegri al Napoli:

«Si sta parlando tanto di lui, sarebbe una scelta giusta: è un mister vincente, che sa come si vince lo scudetto. Io sono arrivato giovane a Napoli e l’unica cosa a cui pensavo era il calcio, per questo scelsi il villaggio Coppola per vivere lì: dopo solo un anno avevo già un amico del cuore».

La mia eredità?

«Contano i trofei sul campo, però lasciare un segno in una città è incancellabile. Rimanere nei cuori dei napoletani non ha prezzo.»

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