Ugolini: «Tra Conte e De Laurentiis il rapporto non è più quello di agosto»
A Sky Sport: «La partenza di Kvara ha infastidito notevolmente Conte. Bisognerà vedere anche quanto spazio manageriale è disposto a concedergli De Laurentiis»

Napoli's Italian coach Antonio Conte celebrates with his players after winning Italian Serie A football match between Napoli and Cagliari at the Diego Armando Maradona stadium in Naples on May 23, 2025. (Photo by Carlo Hermann / AFP)
Dopo la vittoria dello scudetto del Napoli resta ora l’interrogativo del futuro di Antonio Conte. A Sky ne ha parlato Massimo Ugolini
«Le famiglie di Antonio Conte si conoscono e si frequentano, da questo punto di vista non c’è nessun tipo di problema. C’è un rapporto diverso da quello che c’era stato con precedenti allenatori. Forse anche per questo De Laurentiis, quando avrebbe potuto spingere e mettere in difficoltà Conte dopo alcune dichiarazioni che non erano state recepite bene dalla piazza, non lo ha fatto. C’è un buon rapporto, poi però ci sono i programmi che sono dettati dal bilancio, dalla programmazione societaria improntatosi in un certo modo e dunque bisognerà capire se questi programmi combaceranno con le ambizioni legittime di Conte di avere una squadra più forte.
Ugolini sul rapporto tra Conte e De Laurentiis
È ovvio che la Champions implicherà una rosa più profonda e più ricca dal punto di vista della qualità, bisognerà capire anche quanto il presidente è intenzionato ad investire, fermo restando che c’è anche un discorso di programmazione societaria, che non è di secondaria importanza, che abbraccia il discorso relativo al nuovo centro sportivo, al settore giovanile da sviluppare. Conte si è messo a disposizione offrendo anche il lato manageriale della sua esperienza ed è una sfida che lo stimola molto. Bisognerà capire però quanto spazio è intenzionato a concedergli De Laurentiis. È ovvio che gennaio è stato un momento di grande criticità e Antonio Conte non ha fatto nulla rispetto ad agosto quando si misero davanti a De Laurentiis facendogli capire che bisognava fare degli investimenti indipendentemente dalle cessioni. A gennaio invece non ha fatto nulla perché la partenza di Kvara lo ha infastidito notevolmente. I rapporti sono cordiali, ma non più quelli di un tempo, bisognerà capire se c’è margine per ricucire».