Conte e Inzaghi figli del campo e non professori di teorie (Damascelli)
Sul Giornale. Tecnici figli del sudore e della sofferenza. Oggi sono attesi da un Black Friday che però non farà sconti

Inter Milan's Italian coach Antonio Conte (L) and Lazio's Italian coach Simone Inzaghi congratulate each other at the end of the Italian Serie A football match Lazio vs Inter on October 4, 2020 at the Olympic stadium in Rome. (Photo by Filippo MONTEFORTE / AFP)
Conte e Inzaghi, non professori di teorie ma figli del campo (Damascelli)
Sul Giornale Tony Damascelli scrive della vigilia scudetto, della serata che deciderà il campionato e che potrebbe (speriamo ardentemente di no) riservare qualche sorpresa.
Scrive Damascelli:
In fondo dovremmo essere orgogliosi di avere due allenatori totalmente italiani a spartirsi questo finale di campionato, Simone e Antonio, per dirla in breve, ex calciatori e non professori di teorie ma figli del campo, del sudore e della sofferenza, uniti, guarda un po’ gli scherzi della sorte, da quella domenica di maggio del duemila e due, quando il quarto gol di Inzaghi segnò per l’Inter la sconfitta definitiva e la perdita dello scudetto mentre Conte gioiva a Udine delle rosicate altrui. Oggi li attende un Black Friday che però non fa sconti e sembra avere un passaggio privilegiato per il Napoli contro il Cagliari rispetto alla gita dell’Inter sul lago di Como. Ma il football, per fortuna, offre colpi di scena, lo ricordano gli almanacchi e certi filmati d’epoca, stavolta in pochi pensano che il Cagliari possa fare lo scherzo maligno, dicono, a sostegno, che Nicola schiererà le secondo linee e trascurano il fatto che proprio queste, a differenza dei titolari, hanno motivi cento di dimostrare forza e coraggio contro la capolista.
A Inzaghi è già successo di rimontare Conte all’ultimo metro della lotta scudetto (Repubblica)
Repubblica ricorda che a Simone Inzaghi è già capitato di rimontare Antonio Conte in una lotta scudetto. Successe ovviamente nel campionato 99-2000 quando la Lazio nelle ultime tre giornate rimontò cinque punti alla Juventus di Ancelotti dove giocava appunto Antonio Conte.
Scrive Repubblica:
A Simone Inzaghi è già capitato di rincorrere Antonio Conte in una corsa scudetto, decisa all’ultimo metro. Altri ruoli, altre maglie, altri tempi. Campionato 1999/2000, all’ultima giornata la Juve è sopra di due punti, la Lazio insegue e spera. Com’è finita lo sappiamo. Per celebrare il quarto di secolo da quella vittoria, inattesa e per questo meravigliosa, Lotito ha organizzato per giovedì sera una festa con 250 invitati. Era il 14 maggio quando Simone, mandato sul dischetto da un fallo di mano di Brevi, segnò il primo e decisivo gol all’Olimpico contro la Reggina, battuta 3-0. Nello stesso giorno, a 176 chilometri di distanza, la Juve chiedeva senza successo il rinvio della partita per pioggia all’arbitro Collina, per poi affondare nella palude del Curi. Perugia 1, Juventus 0 e addio titolo.
Simone ci riprova, questa volta da allenatore dell’Inter. Per farcela, dovrà battere proprio la Lazio domenica a San Siro, sperando che il Napoli inciampi a Parma. Poi, fare tre punti a Como. Centottanta minuti da giocare e un solo punto da recuperare sulla squadra di Conte, avversario oggi come allora. «Me lo ricordo Inzaghi quel giorno del 2000, in spogliatoio in attesa di notizie dall’Umbria, ipnotizzato come tutti. Scoprimmo che la Juve aveva perso perché qualcuno diede un calcione alla porta e disse che era finita», ricorda Dario Marcolin, centrocampista di quella Lazio.