L’Equipe: “Basta glorificare giocatori che stringono i denti e frugano nell’armadietto dei medicinali”
Contro la retorica del "guerriero" oltre i limiti, come Lautaro titolare contro il Barça dopo sei giorni da una lesione alla coscia o Bellingham che gioca con una spalla lussata

Db Milano 06/05/2025 - Champions League / Inter-Barcellona / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Pau Cubarsi-Lautaro Martinez
“Considerato a lungo uno sport innocuo, il calcio ad alto livello è ora visto come un terreno silenziosamente ostile per il corpo degli atleti”. Lo scrive l’Equipe che a tal proposito ha pubblicato un documentario sui rischi del calcio per il corpo degli atleti. Il bersaglio dei francesi è la retorica del “guerriero” che va oltre i suoi limiti.
Il calcio è diventato uno sport pericoloso per l’Equipe
I francesi prendono l’esempio di Lautaro Martinez. “Il 30 aprile, durante l’andata della semifinale di Champions League è uscito infortunato, riportando una lesione alla coscia. Sei giorni dopo era titolare nella partita di ritorno (4-3 dopo i tempi supplementari). «Ho passato due giorni a piangere a casa. Per me era impossibile non giocare stasera ma ho promesso alla mia famiglia che avrei giocato». Il “sacrificio” dell’argentino suscitò subito commenti ammirati e talvolta esaltati“.
Leggi anche: Lautaro, elongazione ai flessori della coscia: in dubbio per la semifinale di ritorno contro il Barcellona
Stesso discorso per Jude Bellingham che “gioca nel Real Madrid dal novembre 2023 con causa di una lussazione alla spalla sinistra. Mai operato, gioca con una protezione speciale ispirata all’equipaggiamento della American Football League“.
E ciò che è peggio è che le competizioni non finiscono più. Tra meno di un mese parte il Mondiale per Club. “Le possibilità che la salute dei calciatori sia tenuta in maggiore considerazione sembrano scarse. Un primo passo sarebbe quello di fermare la glorificazione dei giocatori che stringono i denti e frugano nell’armadietto dei medicinali per giocare una partita una settimana dopo essersi strappati un polpaccio o una coscia“.