Cesena-Napoli, e sposto la tv in cucina

Dunque anche il Napoli giocherà alle 12,30. Vedremo che impatto avrà questo esperimento. Imposto dalla tirannia della TV e della pubblicità. Non solo i giocatori, ma anche i tifosi dovranno cambiare abitudini mattutine. E riti alimentari. La passeggiatina domenicale con la famiglia si accorcia.  Il pranzo si rimanda al primo pomeriggio. Con mugugni di sottofondo. […]

Dunque anche il Napoli giocherà alle 12,30. Vedremo che impatto avrà questo esperimento. Imposto dalla tirannia della TV e della pubblicità. Non solo i giocatori, ma anche i tifosi dovranno cambiare abitudini mattutine. E riti alimentari. La passeggiatina domenicale con la famiglia si accorcia.  Il pranzo si rimanda al primo pomeriggio. Con mugugni di sottofondo. La TV viene traslocata in cucina. Pazienza per il maxischermo. Pazienza per gli amici.  Pensateci bene. Prima c’era la partita con i suoi orari. La  radio e la TV adattavano i propri palinsesti per trasmetterla. Oggi c’è  la TV con le sue esigenze. Il calcio si deve adattare ai suoi palinsesti. E con il calcio il tifoso. Che o si adatta o rinuncia a seguire il calcio. Lo so viene da pensare
Questo di tanta speme oggi mi resta.
Ma in fondo il mondo globalizzato non ci impone di cambiare fuso con disinvoltura? Basterà far conto di aver preso un aereo ed essere atterrati in un paese con altro fuso orario. Consoliamoci così. Piuttosto che cosa farà la nostra sporca dozzina (non sono molti di più)? Una robusta colazione al mattino? O un bel piatto di pasta alle 11.00.
Questo uno dei gialli che ha animato la settimana. Qualcuno ha proposto addirittura di non far mangiare i giocatori . Pare che la fame possa essere più efficace del dolore di una sconfitta
poscia più che il dolor  potrà il digiuno.
Ma bando agli scherzi. I nostri eroi in mutandine hanno bisogno di energia. Molta energia. Il campionato è appena cominciato. La benzina pare già a rosso. Senza energia e senza rincalzi giocare ogni 3-4 giorni può diventare un’ossessione. Per giocatori, società e tifosi. Quanti giocatori servono per affrontare bene circa 40 partite? Dicono gli esperti una ventina. Di cui 15 di buon livello. E se non li si hanno, il risultato dipende dagli ineffabili cicli circadiani di Gargano & C. Quelli che regolano i ritmi della mente e del corpo. Se stanno su giri a mille. Se stanno giù bruchi l’erba del campo. Il campionato del Napoli sembra doverci riservare alti e bassi frenetici.Nel breve arco di questo inizio convulso della stagione, il tifoso azzurro ha visto il Napoli
due volte nella polvere, due volte sull’altar.
Cadde risorse e giacque.

E ora è sospettoso. Incerto se rassegnarsi ad una mediocre vita di centro classifica, oppure  sognare ancora  pomeriggi o notti  di euforica follia. Se pensare  al San Paolo contro il Chievo  quando  la squadra sembrava fosse
siccome immobile, dato il mortal sospiro.
O se ricordare la esplosiva esibizione degli azzurri a Genova
quando Mazzarri sembrava aver fatto del Napoli il Barcellona e
di quel securo il fulmine
tenea dietro al baleno

Insomma il tifoso rimugina una domanda angosciosa. Quella di Genova
fu vera gloria?
E si aspetta una risposta all’ora di pranzo da Cesena.
Certo non si può non ripensare a  a questa estate. Ai progetti. Alle promesse. Alle aspettative. Dov’è
la procellosa e trepida gioia d’un gran disegno,
accarezzato sotto gli ombrelloni e nelle tiepide serate, in attesa delle notizie del calciomercato?
Noi comunque abbiamo fiducia in De Laurentis. Un Presidente moderno ed avveduto. Che è attento al bilancio come è giusto che sia. Se non si vogliono ripetere gli errori del passato. Ma che in cuor suo, ne siamo sicuri, sogna di costruire una squadra di statura europea che faccia sfracelli
dall’Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno.
Ci riuscirà ?
Ai posteri l’ardua sentenza.
Per ora accontentiamoci di una bella vittoria a Cesena. Che è certamente alla portata della squadra.
di Guido Trombetti (domani, 26 settembre 2010 sul Roma)

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