Moggi: «Al Milan manca un vero direttore sportivo, l’algoritmo di Furlani ha fallito»

Su Libero: Furlani e Moncada non sono uomini di calcio e la colpa di Pioli è di aver accettato i cambiamenti senza batter ciglio

Milan Pioli De Laurentiis Napoli

Db Milano 22/10/2023 - campionato di calcio serie A / Milan-Juventus / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Stefano Pioli

Sulla pagina sportiva di Libero, Luciano Moggi commenta la situazione del Milan. I rossoneri dopo la batosta a San Siro contro l’Udinese, si sono riscattati sempre alla Scala del calcio contro il Psg. Tuttavia a Milanello i problemi ci sono e sembrano lontani dall’essere risolti. In primis gli infortuni e poi anche gli acquisti dell’estate non rendono come ci si aspettava.

Oggi a Lecce tocca a Chukwueze, al posto di Pulisic ma Moggi dubita del mercato rossonero:

Si potrebbe dire che Furlani (ad del Milan) ha recitato una parte importante nella risalita economica del Milan, ma il campo e i giocatori sono tutt’altra cosa. Complicato infatti, per un finanziere, parlare di calcio in maniera approfondita e convincete a chi lo pratica. Più discutibile il suo operato quando, invece, ha permesso di vendere Tonali, che era la vera forza del centrocampo rossonero. Per questo motivo abbiamo sempre sostenuto che al Milan manchi un direttore generale con carisma riconosciuto nell’eloquio con la squadra, che capisca di calcio, che conosca i libri contabili per meglio amministrare la compra-vendita dei giocatori“.

Insomma la critica principale riportata più volte da Moggi su Libero è che al Milan manchi un vero direttore sportivo. Al momento è Geoffreey Moncada ad avere la responsabilità del mercato rossonero.

Dopo un’avvio scintillante di stagione, “si gridava al miracolo degli algoritmi di Furlani. Poi la scoppola del derby, quindi una lenta ripresa e una ricaduta pesante a cominciare dalla sconfitta con la Juve, il pareggio di Napoli (dopo il vantaggio di due gol) e per finire la sconfitta interna contro l’Udinese a far gridare a tutti il fallimento degli algoritmi di Furlani“.

Si arriva così alla contestazione a furor di popolo di Pioli che, secondo Moggi ha un’unica colpa. “Quella di aver accettato tutto quello che la proprietà gli ha portato” senza batter ciglio.

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