Ginnastica ritmica, la giustizia sportiva sancisce che il bullismo ha valore formativo (Gramellini)

Sul Corsera: per la giustizia sportiva nello sport agonistico i metodi da Full metal jacket servono a temprare il carattere.

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Ginnastica ritmica, Massimo Gramellini commenta in prima pagina sul Corriere della Sera la sentenza del processo a Emanuela Maccarani accusata da alcune ginnaste per abusi psicologici con metodi di allenamento disumani. Qui il parere di Yuri Chechi intervistato da La Stampa. 

Scrive Gramellini:

La giustizia sportiva ha di fatto assolto l’ex allenatrice delle «farfalle» di ginnastica ritmica Emanuela Maccarani dall’accusa di maltrattamenti, comminandole una semplice ammonizione.

Viene così affermato un principio controcorrente: in ambienti competitivi come quelli dello sport agonistico, bullizzare e irridere i sottoposti, allo scopo di temprarne il carattere, è un comportamento di grande valore formativo.

Lo stesso procuratore generale, che pure nel procedimento rappresentava l’accusa, ha sostenuto che la Maccarani «ha peccato per eccesso di affetto» (ma davvero esiste un affetto eccessivo?).

L’allenatrice avrebbe potuto suggerire all’allieva Anna Basta di abbandonare la ginnastica ad alto livello. Invece, «come una seconda madre», l’ha sferzata nell’amor proprio per suscitare una reazione d’orgoglio, non immaginando di crearle tanto disagio.

Ogni mattina, dopo colazione, Anna doveva mettersi in fila nuda dietro le compagne e sottoporsi al rito della bilancia e dei successivi commenti sul suo peso: «Il bambino che hai in pancia cresce, non ti vergogni?», «Culo pesante», «Prosciutto, alzati da terra». Niente che il sergente di «Full metal jacket» non approverebbe, ma evidentemente un po’ troppo per la sensibilità della ragazza.

Molti credono che soltanto in questo modo si possa forgiare una personalità, però non siamo tutti uguali ed esiste un confine che neanche l’educatore più severo dovrebbe mai superare. Si chiama rispetto.

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