Gq celebra il Napoli: “Ha un’anima post-contemporanea, il modello De Laurentiis è neocalcio”

Intervistato anche Anguissa: «Il calcio italiano è unico, è cultura tattica. In Italia si gioca con la testa, con la squadra e mi piace»

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Napoli's Nigerian forward Victor Osimhen holds the Italian Scudetto Championship trophy as he and his teammates celebrate winning the 2023 Scudetto championship title on June 4, 2023, following the Italian Serie A football match between Napoli and Sampdoria at the Diego-Maradona stadium in Naples. (Photo by Tiziana FABI / AFP)

Su Gq Italia, Alfonso Fasano, traccia il successo del Napoli a meno di un giorno dall’inizio del nuovo campionato di Serie A. Il club di De Laurentiis è chiamato a difendere lo scudetto conquistato con Spalletti e per farlo, dopo l’addio del toscano, ha chiamato Rudi Garcia.

Bisogna riconoscere che lo scudetto del Napoli ha un’anima moderna. Anzi: post-contemporanea. E quindi è giusto che venga raccontato e celebrato da una prospettiva diversa. Nuova. Magari partendo dal modello De Laurentiis, fondato sulla sostenibilità dei piccoli passi che diventa solidità a lungo termine, sulla scoperta e sulla valorizzazione del talento, sui contratti dei calciatori come asset di riferimento: tutti concetti che appartengono al neocalcio“.

Fasano per spiegare cosa significa vincere a Napoli ha interpellato quattro dei protagonisti tra cui Di Lorenzo, Meret e Anguissa. Il punto di partenza delle interviste è il salto di qualità che ognuno dei giocatori in rosa ha fatto. Di Lorenzo lo dice in maniera molto chiara e netta quando afferma che «il vero switch l’abbiamo fatto nella testa, abbiamo continuato ad approcciare tutte le gare come delle finali».

Per Meret è anche e soprattutto una storia di rivalsa personale come scrive Fasano. Il portiere, prima di diventare titolare inamovibile, ha dovuto faticare non poco. «Un portiere deve costruire un rapporto di fiducia con la difesa. E loro devono avere fiducia in lui. Questo legame si costruisce giocando insieme. E quest’anno è andata proprio così».

A rendere terreno fertile il campo di Castel Volturno per le qualità dei giocatori, anche e soprattutto per i nuovi arrivati, c’è il clima della città. Non tanto quello meteorologico, ma l’affetto dei tifosi rende agevole l’ambientamento dei nuovi innesti. Come è successo per Anguissa prima e per Kim e Kvaratskhelia  poi:

Piccolo flashback: Anguissa è stato acquistato dal Napoli il 31 agosto 2021, è arrivato in Italia l’8 settembre e tre giorni dopo era già in campo, da titolare, nella gara contro la Juve. Di quella partita tutti ricordano il risultato, il 2-1 firmato da Politano e Koulibaly, ma soprattutto la prestazione accecante di Anguissa, un cocktail perfettamente dosato di fisicità, disciplina tattica, qualità in costruzione e in conduzione. Da allora Anguissa è diventato colonna e mastice del centrocampo azzurro, e quindi può spiegare come questa capacità di accogliere bene i nuovi giocatori sia un altro sintomo del salto di qualità compiuto dal Napoli“.

E infatti le sue parole sono illuminanti per Fasano:

«Quando arrivi in una squadra di questo livello, quando incontri dei compagni eccezionali e un grande allenatore, tutto diventa più facile. Fin dal mio arrivo a Napoli, ho avuto subito la sensazione che tutti potessero dare il massimo per me. E che io potessi dare il massimo per loro. Il calcio italiano è unico, è totalmente diverso rispetto a quello di altri Paesi. È un discorso di cultura tattica: qui tutti gli allenatori lavorano perché le proprie squadre difendano e attacchino meglio degli altri. In Francia il gioco è più fisico, in Spagna è più tecnico e veloce, in Inghilterra ci sono molti più contatti e corse in campo aperto. In Italia, invece, si gioca con la testa, con la squadra. È il calcio che mi piace, visto che io gioco così: con la testa. E a Napoli ho potuto farlo dal primo giorno».

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