Gentile: «Cacciato dalla Nazionale perché minacciai di denunciare alcuni procuratori, la mafia del calcio»

A La Repubblica: «Volevano offrirmi denaro per convocare in Nazionale i loro giocatori. Li cacciai. Qualcuno me l’ha giurata, mi hanno rovinato».

gentile assoagenti

1978 archivio Storico Image Sport / Italia / Paolo Rossi-Claudio Gentile / foto Imago/Image Sport

Maurizio Crosetti intervista Claudio Gentile per La Repubblica. Sono 17 anni che Gentile è stato fatto fuori dalla Nazionale e ancora non si capacita del perché. Allenava l’Under 21, gli era stata promessa la Nazionale A. Promessa mai mantenuta. Un sospetto sulle motivazioni Gentile lo ha.

«Avevo minacciato di denunciare alcuni procuratori che volevano offrirmi denaro, molto denaro, per convocare in Nazionale i loro giocatori. Li cacciai tutti! Io stesso non ho mai avuto un agente. Guarda caso, da quel momento qualcuno me l’ha giurata».

Gentile parla di Albertini, che gli fece promesse poi disattese.

«Potrebbe chiarire qualcosa Demetrio Albertini, al quale spiegai che avevo ricevuto l’offerta di un club importante (la Juventus, ndr) e che mi invitò a rifiutare. “Abbiamo progetti importanti per te”, mi disse Albertini. Come no! Il progetto di distruggermi la carriera. Da chi prendevano ordini quei dirigenti? Sono stato ingenuo a non firmare un altro contratto e a non abbandonare la Figc. L’ho fatto per troppa correttezza».

Da quel momento, Gentile non ha più allenato in Italia.

«Ricevo ancora messaggi di persone che mi chiedono perché. La gente a volte mi ferma per strada e mi dice: “Ci sono asini che allenano e lei no, come mai?” Non so cosa rispondere. Eppure, questi asini li vedo andare e venire, cadere e ritornare in ballo: questione di scuderie. Ma io ho sempre fatto da solo, e da allenatore ho permesso a tanti ragazzi di crescere e diventare uomini. Soltanto con uno di loro non è stato possibile, eppure passava per un genio del calcio».

Non fa nomi.

«Lasciamo perdere che è meglio».

Gentile parla dei procuratori:

«La parola che mi viene in mente è mafia, senza neppure un Totò Riina al quale dare la colpa: io non so chi mi abbia fatto saltare in aria. Rubavo? Ero corrotto? Ero antipatico? Me lo dicano. Almeno, dopo quasi vent’anni saprò finalmente qualcosa in più. Ma poi si preparino alle denunce dei miei avvocati».

Gentile si sente solo. Cos’ha fatto l’Italia per lei in senso calcistico? Risponde:

«Mi ha rovinato».

Gentile conclude:

«Adesso ho solo un enorme nodo allo stomaco. Alcuni miei compagni e amici di allora hanno avuto altre occasioni, penso a Zoff, Tardelli, Oriali, Cabrini, Antognoni, Bruno Conti, Bettega, Graziani. Perché Gentile no? Ma io avevo vinto più di tutti sulla panchina azzurra. Sarei rimasto volentieri all’Under 21, non ci stavo male, anche se ormai la Nazionale A mi faceva gola. E invece mi hanno tolto di mezzo senza un perché».

 

Correlate