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Guardiola: «Nello sport il fallimento non esiste, è come dire che l’avversario non vale nulla»

Alla Uefa: «Bisogna essere ambiziosi, ma non avidi. Se vogliamo fare un passo definitivo ed essere un grande club, dobbiamo vincere la Champions»

Guardiola: «Nello sport il fallimento non esiste, è come dire che l’avversario non vale nulla»
Lisbona (Portogallo) 15/08/2020 - Final Eight Champions League / Manchester City-Lione / foto Getty/Uefa/Image Sport nella foto: Josep Guardiola

Pep Guardiola parla della finale di Champions League sui canali della Uefa. Sul proprio sito, infatti, l’organo del calcio europeo ha intervistato l’allenatore del Manchester City che sabato affronterà in finale l’Inter di Inzaghi.

«In questo club ho imparato che la sovraeccitazione non ci si addice. Andiamo a Istanbul per realizzare un sogno e cercheremo di fare una buona partita. Ne abbiamo avuto la possibilità due anni fa e non ce l’abbiamo fatta, mentre l’anno scorso non l’abbiamo raggiunta per poco. Quest’anno ci siamo arrivati e cercheremo di dare il massimo. Affronteremo questa partita come facciamo sempre in Premier League; faremo in modo che i giocatori siano concentrati su quello che devono fare, nient’altro».

Guardiola ha una certa dimestichezza con il massimo torneo europeo. Il suo bilancio:

«Da allenatore ho raggiunto 10 semifinali di Champions League e ho giocato tre finali, vincendone due; ora sono alla quarta finale. La competizione mi ha dato più di quanto avrei mai potuto immaginare. Se la mia vita finisse oggi, ne avrei vinta una da giocatore del club che amo tanto e due da allenatore. Il calcio dà e toglie. La vita è piena di ingiustizie, ma tutto ciò che è ingiusto per me è giusto per l’Atlético de Madrid, per il Real Madrid e anche per il Barcellona. È così che va il mondo. Vogliamo sempre di più ed è sbagliato. Bisogna essere ambiziosi, ma non avidi. Questa competizione mi ha regalato momenti molto tristi che mi hanno ferito, che rimarranno per sempre nella mia mente, ma anche momenti bellissimi che rimarranno per sempre con me. È così che funziona la vita, e anche lo sport».

E se il City vincesse la coppa dalle grandi orecchie?

«Tanti club hanno distrutto progetti e idee perché non sono riusciti a vincere questa competizione e tanti sono diventati grandi club perché ci sono riusciti. Anche se non la penso così, capisco che tutto ciò che abbiamo fatto in tutti questi anni, che è stato ottimo, avrà senso per gli altri solo se vinciamo. Se non vinciamo, le cose sembreranno avere “meno senso”: è un po’ ingiusto ma dobbiamo accettarlo. Dobbiamo anche accettare che, se vogliamo fare un passo definitivo ed essere un grande club, dobbiamo vincere in Europa. Dobbiamo vincere la Champions [League], non possiamo evitarlo, ma la cosa più importante è esserci sempre. Due anni fa c’eravamo, dopo due anni ci siamo di nuovo. Ci riproveremo e la cosa più importante è essere di nuovo qui tra qualche anno. È questo che ti rende un grande club: anno dopo anno, arrivi fino alle ultime fasi della Champions League e magari vinci anche il titolo».

Cosa spinge Guardiola a crederci:

«Nello sport il fallimento non esiste. Ammettere di aver fallito è come dire che il tuo avversario non vale nulla: non può essere che abbia giocato meglio? Bisogna solo provarci, lo sport è così. Riprovare e rialzarsi. Quando vinci, devi festeggiare adeguatamente e in privato; quando perdi, puoi piangere un po’ e tornare il giorno dopo. Lo sport è questo: se ci provi, non fallisci».

 

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