Caro biglietti agli Internazionali, la Federtennis alza le mani: «I dirigenti non intascano un euro…»

Dopo quasi 10 giorni il Centrale vuoto sfonda il muro della grande stampa. Ne scrive Repubblica. La Fitp non ammette di aver sbagliato la politica dei prezzi

Tennis internazionali

Intorno alle 15 di un offuscato e un po’ sonnolento pomeriggio romano sono successe due cose contemporaneamente al Foro Italico: un ignoto ungherese numero 135 del mondo, Fabian Marozsan, stava prendendo a pallate (per poi infine batterlo) il numero uno del mondo, e – anche come conseguenza – per la prima volta in questa edizione degli Internazionali di tennis il campo Centrale si riempiva di gente. A una decina di giorni dall’inizio del torneo la polemica sul “caro biglietti” arriva alla fine anche sulla grande stampa. Sui social sono giorni che se ne parla, e ne aveva scritto praticamente solo Biasin su Libero. Oggi affronta la spinosa questione Repubblica.

In pratica in questi giorni gli spettatori – a migliaia – hanno ingolfato tutti i campi tranne appunto il Centrale. Motivo? Prezzi fuori scala, spesso per sorbirsi un programma costruito su un “nome” e qualche partita femminile.

“Tengono banco le discussioni sul caro biglietti e il Centrale vuoto – scrive Paolo Rossi – Su Twitter il fanclub di Sinner non si morde la lingua, mostrando una foto del campo Pietrangeli gremito e una del Centrale mezzo vuoto durante il match dell’altoatesino: “Sembra che gli @InteBNLdItalia vogliano sabotare i giocatori di casa cercando di lucrare sui biglietti”. L’accusa viene respinta immediatamente al mittente dalla Fitp”.

E qui, aggiungiamo, la replica della Federazione è meravigliosa: «È vergognoso solo pensarlo. Ogni centesimo dell’incasso degli Internazionali viene dirottato sui centri tecnici, sulla televisione, sul miglioramento dei servizi della stessa federazione. Non c’è un euro che va nelle tasche dei dirigenti. Questa è la nostra filosofia, ed è così che oggi la Federazione Tennis e Padel è un esempio e un modello organizzativo, non solo in Italia. Anche la città di Roma ci ringrazia per l’indotto turistico che stiamo producendo».

Il problema non è dunque aver totalmente sbagliato la definizione dei prezzi, lasciando di fatto il campo principale per molti giorni senza pubblico… anzi vanno lodati perché i dirigenti non intascano un euro degli incassi ma li reinvestono. Applausi.

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