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Abodi sul processo Juve: «Non è una partita di calcio. Le regole sono uguali per tutti, chi sbaglia paga»

Al gr Parlamento: «Gli oriundi in Nazionale? Sono d’accordo con Mancini, ci vuole più lungimiranza e coraggio»

Abodi sul processo Juve: «Non è una partita di calcio. Le regole sono uguali per tutti, chi sbaglia paga»
Italy's Sports and Youth Minister, Andrea Abodi attends the IBU Biathlon World Cup Women's 10km pursuit race in Rasen-Antholz (Rasun Anterselva), Italian Alps, on January 21, 2023. (Photo by Vincenzo PINTO / AFP)

Nel corso del programma radiofonico “La politica nel calcio”, su gr Parlamento, è intervenuto il ministro dello Sport Abodi.

Tanti i temi affrontati dal ministro, come il processo alla Juventus:

«Il rischio è quello di trasformare il processo penale e sportivo quasi in una partita di calcio, nella quale si confrontano le squadre. Al centro ci sono delle regole e dobbiamo fare in modo che queste vengano conosciute, rispettate e là dove non sono rispettate si intervenga».

Continua:

«Qui si viene interpretati ogni volta, a seconda delle circostanze e delle squadre dovremmo stare tutti dalla stessa parte. Le regole sono uguali per tutti, non c’è una doppia morale e chi sbaglia paga».

Fra i temi anche gli stadi per la candidatura dell’Italia per Euro 2032:

«Stiamo parlando di valorizzazione del patrimonio pubblico. Non ritengo che quanto necessario debba essere messo dal governo, serve un modello di partecipazione di carattere finanziario, ho lanciato l’idea del fondo immobiliare stadi, dove anche le amministrazioni comunali possono e debbono fare la loro parte. Nei prossimi giorni sarà ufficializzato un comitato interistituzionale con alcuni ministeri chiave e questa sarà testimonianza vera del Governo di sostenere questo processo di sviluppo al di là delle decisioni dell’Uefa».

Quanti soldi servono per gli stadi?

«Torino è uno stadio all’avanguardia, Roma e Milano dovranno essere migliorati, su Milano ci idee diverse. Per gli stadi che restano siamo intorno a 1,5 miliardi, ma il punto è il ruolo nella città, non credo sia un costo ma un investimento remunerativo, ma dovranno essere stadi sicuri, accessibili, nel rispetto dell’ambiente e intelligenti dal punto di vista della tecnologia».

Infine Abodi si è detto d’accordo con Mancini sugli oriundi in nazionale:

«Le nostre primavere sono troppo spesso insopportabilmente piene di stranieri, ma non per il fatto che ci siano stranieri, per il fatto che non ci sono italiani. Non posso immaginare che la scuola che ha fatto la storia del calcio italiano si sia improvvisamente esaurita. Ci vuole un po’ più di lungimiranza e di coraggio. Ius Soli? Ancora non ne abbiamo parlato di questo tema. Sarà mia cura fare in modo che ci sia una riflessione per dare una risposta a un tema sociale che è rimasto sospeso e va affrontato a prescindere».

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