Atalanta, Bergamo teme il pacco: “gli americani non dovevano trattenere i migliori e renderci più forti?”

La città sta aprendo gli occhi. È difficile anche dare 3 milioni a El Shaarawy. Il Corriere: “Un anno di assestamento per un nuovo ciclo. L’altro, comunque sia, è finito”

Percassi

Db Reggio Emilia 26/05/2019 - campionato di calcio serie A / Atalanta-Sassuolo / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Antonio Percassi

Bergamo sta vivendo giornate di inquietudine, credeva di aver spiccato il volo con l’arrivo della cordata americana e invece stanno toccando con mano il significato della parola ridimensionamento. Lo ha detto chiaramente l’altro giorno Gian Piero Gasperini: «Con questa rosa non si fanno miracoli». Forse a Bergamo si erano bevuti le panzane scritte dai giornali amici (“La Gazzetta indora la pillola: i Percassi vendono l’Atalanta per renderla ancora più forte”). Da lontano le cose sono sempre state piuttosto chiare.

Bergamo sembra essersi svegliata dall’illusione. Basta leggere oggi il Corriere Bergamo:

Difficile immaginarsi una Dea che rimane immobile, che si prende un anno sabbatico, in attesa del da farsi. Una squadra che, se va bene, arriva ancora tra le prime sei-otto ma, se va male, chissà. Senza obiettivi o stimoli precisi, ci sarebbe da sfoltire la rosa, ricca di esuberi senza Europa da giocare. Quindi addio a Demiral, Miranchuk, Mihaila. Il traino della vecchia guardia sarebbe Duvan Zapata, goleador della prima parte dell’ultima stagione e che valse una, due, tre Champions.

Si parla di El-Shaarawy definito “il funambolo di lusso che cambierebbe volto all’Atalanta (magari con il 3-4-3)”. Ma poi aggiunge:

L’ostacolo qui è il prezzo, ma la cordata americana non è arrivata proprio per trattenere i pezzi pregiati e attirarne altri aumentando gli ingaggi? Garantire i 3 milioni che percepisce alla Roma al pupillo che il Gasp ha già allenato al Genoa sarebbe un primo passo.

Il finale è triste, di chi è consapevole che il meglio ormai è alle spalle:

L’Atalanta potrebbe salutare Ilicic, il più anziano per i suoi 34 anni, in cerca di nuovi stimoli tra Monza e Cremonese. Un anno di assestamento, rifondazione, per un nuovo ciclo. L’altro, comunque sia, è finito.

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