Tare: «Per due volte Lulic ha detto no a cerimonie in suo onore. Mi sarei aspettato almeno un grazie»
Il ds della Lazio al CorSport: «Quella parola, “tradito”, mi ha ferito, è ingiusta. Nella sua intervista mancano dei pezzi. Gli rinnovo l'invito»

As Roma 03/10/2019 - Europa League / Lazio-Rennes / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Igli Tare
Ieri, in un’intervista al Corriere dello Sport, Senad Lulic ha attaccato duramente la Lazio. Ha detto di essersi sentito tradito, di aver ricevuto “un calcio in culo” nonostante abbia sempre giocato, anche quando i dolori erano insopportabili. Oggi, sulle colonne dello stesso quotidiano sportivo, gli risponde il direttore sportivo della Lazio, Igli Tare.
«Quella parola, tradito, mi ha ferito, non è giusta».
Dice che nell’intervista rilasciata ieri dall’ex Lazio «mancano pezzi fondamentali». Racconta che il penultimo anno di Inzaghi alla Lazio, il contratto di Lulic era scaduto e lui si era trasferito con la famiglia in Svizzera.
«Prendiamo un caffè, lo informo che la società è pronta a offrirgli un altro anno».
In quella stagione, Lulic giocò pochissimo a causa dell’infortunio.
«Ci avviamo verso la conclusione naturale del rapporto. Dopo la partita col Sassuolo, l’ultima di campionato, lo sento al telefono. Gli dico che mi è giunta voce di una sua trattativa con un club svizzero, se non sbaglio lo Zurigo, e lui risponde che non c’è e non ha nulla. La società non sa ancora se Simone rimarrà o meno e la programmazione è condizionata proprio dalla permanenza dell’allenatore».
Alla fine arriva Sarri.
«E il progetto cambia radicalmente. Il 30 giugno, sempre al telefono, spiego a Senad che la società ha intenzione di avviare un percorso di ringiovanimento, la nostra è la squadra più vecchia della serie A, e nel suo ruolo c’è l’intenzione di prendere uno più giovane di otto anni (Hysaj, nda). Quando nell’intervista lui fa il riferimento a Pedro, commette un errore di valutazione: altro ruolo, altre esigenze tecniche. Tuttavia gli anticipo che non appena riapriranno gli stadi la società organizzerà una cerimonia all’Olimpico per salutarlo degnamente davanti alla sua gente. Lui è nella storia della Lazio e lo sarà per sempre».
Ma Lulic non ci sta.
«Risponde “grazie, non voglio niente”. Insisto, ma non sente ragioni, reagisce di pancia. Più avanti riceverà lo stesso invito da parte della curva e non risponderà a nessuno. Vedi, la Lazio ha sempre avuto un rapporto speciale con i suoi over trenta, i fedelissimi, io li chiamo così, gente che ha fatto parte della famiglia. Klose, Mauri, Siviglia, Brocchi, Biava, Floccari. Senad è speciale per tutte le ragioni che sappiamo e nella lunga intervista al vostro giornale mi sarei aspettato almeno un grazie, anche al sottoscritto, non il riferimento a un tradimento mai consumato. Leggere quella cosa mi ha fatto male».
E conclude:
«Rinnovo l’invito: quando Senad vorrà, quando per lui sarà il momento, la società si metterà a disposizione. Il rancore non può sporcare la sua storia laziale».