Gazzetta: sull’errore di Meret pesa la costruzione dal basso ma soprattutto la sua inadeguatezza caratteriale
Al portiere del Napoli è mancata la freddezza, è andato nel panico. La tecnica si può allenare, la personalità no. Un errore del genere può lasciare strascichi

Db Barcellona (Spagna) 17/02/2022 - Europa League / Barcellona-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Alex Meret
Sulla Gazzetta dello Sport, Sebastiano Vernazza si sofferma sui tre errori che hanno condizionato la lotta per lo scudetto: quello di Meret a Empoli, quello di Radu a Bologna e quello di Terracciano contro il Milan. Tutti e tre attribuibili al cambiamento del ruolo dei portieri, chiamati troppo spesso a fare la costruzione dal basso.
“Il portiere è diventato un ibrido, in possesso palla deve calciare e partecipare come un giocatore di movimento, ma non tutti i portieri sono portati, per deficit di tecnica e personalità. La prima si può allenare, la seconda no”.
Sull’errore di Meret pesa più che su quello degli altri due la scelta tecnica della costruzione dal basso.
“Qui c’entra la costruzione dal basso, affinata da Spalletti ogni santo giorno, ma c’entra più che altro l’inadeguatezza di Meret in quello specifico momento. Non vogliamo dire che Meret sia scarso di piede. Andiamo sulla componente caratteriale: gli è mancata freddezza, è andato nel panico. Non è neppure giusto invocare Ospina, il colombiano portiere titolare del Napoli, fortissimo di piede. Ciascuno ha le proprie specificità. Meret però ha un’età di frontiera: a 25 anni un errore del genere è segnante, può lasciare strascichi”.