I dati smentiscono la retorica: il Real ha vinto la Liga facendo più passaggi del Barcellona

L'analisi del Paìs: "Non c'è niente di casuale nel campionato di Ancelotti: ha migliorato l'attacco, ha arretrato la difesa e ha dominato col centrocampo"

Ancelotti

Db Milano 15/09/2021 - Champions League / Inter-Real Madrid / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Carlo Ancelotti

I dati. Dice Ancelotti che sono sempre molto interessanti. Gli piacciono, quelle cose da nerd. Non sono il faro del suo allenare, ma anche i dati si possono interpretare, e a volte insegnano un po’ di cose. El Paìs scrive che analizzando la cavalcata verso il titolo spagnolo del Real, non c’è molto di “magico”: “un settore così prosaico e tutt’altro che incantato come quello delle società dedite alla registrazione e all’elaborazione dei dati ha trovato indizi che ritraggono la solidità del gioco —e le sue correzioni— con cui il Real ha conquistato il 35esimo scudetto”. E nulla sembra casuale”.

“Uno dei maggiori problemi per il Real Madrid di Zinedine Zidane – scrive El Paìs – è stata la mancanza di gol dopo l’addio di Cristiano Ronaldo nell’estate del 2018, e proprio questo è stato il primo aspetto in cui si sono notati cambiamenti con Ancelotti. La sua squadra ha costantemente generato più pericoli della precedente: per settimane ha registrato dati di gol attesi superiori a 1,50 a partita, una soglia quasi mai superata con Zidane. Inoltre, i giocatori hanno leggermente migliorato la mira, in particolare Vinicius e Asensio, tanto che il Real è passato da una media di 1,7 gol a partita con Zidane a 2,2 con Ancelotti”.

E poi c’è la difesa: “Se Zidane, per mancanza di gol, aveva irrigidito la difesa per tenere a bada il pericolo, Ancelotti ha faticato ad aggiustare quel settore. Fino a dicembre, il Madrid era tra le squadre più vulnerabili del campionato. Ad un certo punto era anche la più debole. Poi i pezzi hanno cominciato a rimettersi a posto: la squadra aveva smesso di provare a spingere in avanti e ha trovato più comodo aspettare più indietro. Dal primo anno dopo Cristiano ad oggi, la distanza media della difesa del Madrid si è ridotta di poco più di due metri e mezzo. Le prime squadre d’Europa difendono solitamente più in alto, ma il piano-rifugio sicuro di Ancelotti ha funzionato”.

E poi c’è il fattore Courtois: “se si guarda al modello Statsbomb che misura la qualità dei tiri degli attaccanti e la probabilità che abbiano di finire in rete, il belga ha evitato 4,8 gol con le sue parate finora in campionato. È il quarto portiere che ha parato di più, dietro Maximiano (Granada), Dituro (Celta) e Badía (Elche). È raro che un portiere di alto livello abbia bisogno di parare così tanto”.

Infine il “centrocampo dominante che gli ha permesso di governare i ritmi delle partite con la palla e di proteggere una rosa un po’ invecchiata: le giocate del Real sono quelle che durano di più, una media di 13 secondi, e sono anche quelle che includono il maggior numero di passaggi, una media di 4,9. Per la prima volta dopo tanto tempo, il Madrid è la squadra che completa più passaggi a partita, 570,8, contro i 563,5 del Barça“.

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