Careca: «Al Napoli servono giocatori che trasmettano l’anima alla squadra»

Alla Gazzetta: «Qualcuno che batta i pugni nello spogliatoio e urli “voglio vincere!”. Spalletti? Al Napoli servono figure con una mentalità così»

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1988 archivio Storico Image Sport / Calcio / Napoli / Antonio Careca / foto Aic/Image Sport

La Gazzetta dello Sport, a firma Salvatore Malfitano, intervista Antonio Careca. Il tema è quello del momento che sta vivendo il Napoli, uscito all’improvviso dalla lotta per lo scudetto dopo il capitombolo a Empoli.

«Sono troppo lontano per poterlo dire con la giusta cognizione, di certo è una questione anche di testa. A mio avviso per essere vincenti servono innanzitutto giocatori che sappiano fare la differenza in campo. Bisogna pretendere di essere i più forti, trasmettere l’anima alla squadra, battere i pugni nello spogliatoio e urlare ogni settimana “cavolo, voglio vincere!”. Queste cose arrivano ai calciatori».

Su Spalletti:

«è un grandissimo allenatore. Agli azzurri, per il discorso di prima, servono figure con una mentalità così. Per questo mi auguro che possa rimanere ancora diversi anni, è l’uomo giusto per riprovare l’assalto ad uno scudetto che manca da troppo».

Su Osimhen:

«È un bel giocatore, quando è arrivato non era molto conosciuto e ora invece è uno dei migliori al mondo nel suo ruolo. Unisce un fisico prestante ad una velocità incredibile, poi è un attaccante d’area che sa fare gol in tanti modi diversi. È chiaro che se un profilo del genere sa mettersi in evidenza, attira le attenzioni di società importanti all’estero. Bisogna fare molta attenzione: in Inghilterra ci sono più soldi e più opportunità, il Napoli dovrà lottare per non perderlo».

Infine Mertens.

«Merita assolutamente il rinnovo, è eccezionale. Ha doti tecniche impressionanti, ma non ci si può aspettare che risolva le partite da solo. Quando è al meglio, è sempre determinante. Nonostante abbia quasi 35 anni può ancora contare su una brillantezza fisica che gli permetterà di essere incisivo ancora per qualche anno, ne sono certo».

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