Abraham: «Mourinho è una boccata d’aria fresca, un giocatore non potrebbe chiedere di meglio»

Alla Uefa: «Sa guidare la squadra e ispirarla a volere di più. Quando dobbiamo svegliarci, c'è, quando giochiamo bene ce lo dice ma vuole di più»

Abraham

Roma 20/03/2022 - campionato di calcio serie A / Roma-Lazio / foto Image Sport nella foto: Tammy Abraham

L’attaccante della Roma, Tammy Abraham, ha rilasciato un’intervista alla Uefa parlando della sua esperienza nella Capitale.

“Adoro questa città! E’ un’esperienza che non dimenticherò mai e venire qui è stato un sogno che si è avverato: volevo qualcosa di nuovo, sono cresciuto in Inghilterra, quindi era bello conoscere una cultura diversa. Qui vedo la storia della città e mi godo il cibo, vivo bene ogni minuto. Sono andato a vedere il Colosseo, ne ho sentito parlare molto da bambino. Ci sono stato un paio di volte e ci passo davanti ogni giorno. Anche con la lingua va bene: quando sono arrivato non capivo una parola, ma mi sto ambientando, prendo lezioni tutti i giorni e imparo. Se tutto va bene, tra un paio di mesi sarò più sciolto”.

Sui tifosi:

“Prima di arrivare qui, ho parlato con Fikayo Tomori e mi ha detto che i tifosi italiani sono molto calorosi. Ma una cosa è sentirlo da un tuo amico, un’altra è essere qui e viverlo di persona. Quando sono venuto allo stadio ho solo detto: ‘Wow!’. E’ una sensazione incredibile scendere in campo con i tifosi che gridano il tuo nome e incitano la squadra, sono straordinari. Fin dal primo giorno, mi sono innamorato di Roma, della squadra e dei tifosi. Mi hanno fatto sentire in famiglia da subito: arrivare all’aeroporto e vedere i tifosi che mi aspettavano è stato entusiasmante. Spero di vincere la Conference League per rinsaldare ancora di più questo legame”.

Sull’allenatore, Mourinho:

“Le sue prime parole sono state: ‘Preferisci restare in Inghilterra, dove piove sempre, o venire al sole a Roma?’ Abbiamo riso, ma poi ha detto: ‘No, sul serio’. L’ho sempre considerato una figura paterna e secondo lui questo è il posto migliore per me in questo momento; posso lasciare un segno nel calcio italiano e farmi conoscere in tutto il mondo, non solo in Inghilterra. Per me era abbastanza. Lui sa quando ci sono con la testa e quando dormo un po’. Sa guidare davvero la squadra e ispirarla a volere di più: è una boccata d’aria fresca. Quando dobbiamo svegliarci, lui c’è. Quando giochiamo bene, ce lo dice ma vuole ancora di più. Un giocatore non potrebbe chiedere di meglio“.

 

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