La battaglia Superlega è stata condotta in modo dissennato e dilettantesco ma le motivazioni di fondo sono ancora lì, come dimostra il Barcellona
La questione Superlega è tutt’altro che archiviata. Massimiliano Gallo lo ribadisce in un articolo pubblicato oggi sul Corriere dello Sport.
“Bisogna sapere perdere ma anche saper vincere. E, magari, non cadere in tranelli narcisistici. Evitare di specchiarsi e rimirarsi nell’immagine dell’ingenuo, del supereroe che ha respinto l’assalto dei cattivi. Una cosa sono le versioni populistiche, da dare in pasto ai tifosi; un’altra la realtà di una battaglia economico-finanziaria condotta sì in modo dissennato e dilettantesco ma le cui motivazioni di fondo sono tutte sul tavolo. Leggendo le dichiarazioni rese all’emittente slovena 24ur, non abbiamo compreso se Aleksander Ceferin ci sia o ci faccia. Speriamo per lui che ci faccia, altrimenti molto presto il presidente dell’Uefa si renderà conto che la minaccia della Superlega è tutt’altro che sparita“.
Nel suo intervento di ieri a 24hr, Ceferin “ha parlato come se fosse il Metternich al Congresso di Vienna. Ha quasi dettato le condizioni agli sconfitti dopo Waterloo”.
Ha minacciato, paventato conseguenze, “si è calato nel ruolo del difensore dei buoni, alimentando un’immagine della Uefa come associazione umanitaria”. Ha accusato Perez e Agnelli, si è definito ingenuo, “provando a offrire di sé un’immagine fiabesca, da Alice nel paese delle meraviglie”. Ha ringraziato il “popolo che ha reso possibile lo stop alla presa del potere dei nemici” e “ha elargito il perdono a quei club che si sono redenti, che hanno compreso il loro errore”. Ha concesso un’indulgenza al presidente del Barcellona, Laporta,
“che avrebbe aderito al progetto insurrezionale solo, perché fresco di nomina, si sarebbe ritrovato a fronteggiare troppe pressioni”.
Ma proprio Laporta, qualche ora dopo, ha ribadito che «La Superlega resta una necessità». Manifestando la certezza che presto si arriverà ad un’intesa con l’Uefa.
“Fine della propaganda, si torna a trattare”.