«Schwazer non tornerà a marciare». Anzi, la Wada vuole fare causa per diffamazione

Il direttore della Agenzia mondiale antidoping al Corsera: "Prove ignorate dal Tribunale di Bolzano, non ci faremo intimidire"

Schwazer

archivio Image / Sport / Alex Schwazer / foto Imago/Image

La sentenza del Tribunale di Bolzano che ha scagionato Alex Schwazer accusando la Wada di aver complottato contro il marciatore italiano accusandolo ingiustamente di essersi dopato, alla fine potrebbe avere l’effetto contrario. “Schwazer tornerà a marciare? Mi sembra che la Federatletica l’abbia escluso. La sentenza del Tas è definitiva, noi non ci faremo intimidire”, dice il dg dell’Agenzia Mondiale Antidoping Olivier Niggli, in una intervista al Corriere della Sera.

E’ battaglia di principio. La commissione Istruzione e Cultura della Camera ha votato qualche giorno fa, all’unanimità, la risoluzione che «impegna il Governo ad adottare iniziative, per quanto di competenza e nel rispetto dell’autonomia  dell’ordinamento sportivo, affinché siano individuati strumenti idonei a verificare le condizioni per la partecipazione di Alex Schwazer ai prossimi Giochi Olimpici di Tokyo». Insomma anche il Parlamento è con lui.

“È umanamente comprensibile che l’Italia sia con lui. Seguono i fatti così come sono presentati e provano compassione per l’uomo”, dice Niggli. Che però definisce la tesi del complotto “stupefacente e inquietante, che prende in giro l’opinione pubblica, non ha portata scientifica, esclude le prove che non confermano il complotto dopo uno studio su 50 atleti a spese dei contribuenti italiani. Noi abbiamo portato un campione dello stesso Schwazer con concentrazioni ancora piu’ alte di quelle del 1° gennaio, quindi evidentemente fisiologiche. Elementi ignorati a favore della teoria di un complotto per vendicarsi del suo allenatore Donati“.
Sull’allenatore simbolo della lotta al doping dice: “Donati, che ha collaborato con noi, è stato un militante dell’antidoping. Con Schwazer ha cercato di dimostrare che un ex dopato poteva vincere con le sue forze e un buon allenatore. Ma si è trovato in una situazione impossibile da accettare, a un tradimento. Non escludiamo nulla, nemmeno un’azione giudiziaria per diffamazione”.
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