Collovati: «Costruzione dal basso? Mi provoca il mal di pancia. Un’ossessione che rallenta il gioco»
Al Mattino: «Si fanno anche 20 passaggi e al massimo si arriva a centrocampo. Non ne capisco il beneficio. Non è una vergogna lanciare palla lunga al centravanti»

Collovati: «La costruzione dal basso? Al massimo si arriva a centrocampo. E il gioco è stucchevole»
Il Mattino intervista Fulvio Collovati. L’ex campione del mondo 1982 si esprime sulla moda del momento: la costruzione dal basso.
«Non se la prenda nessuno, ma quando vedo così tante azioni iniziate palla dalla linea difensiva mi viene il mal di pancia. Capisco che il calcio sia cambiato, ci mancherebbe altro. È diventata una frenesia che sfiora l’ossessione. Per altro noto che quando le squadre escono palla al piede, raramente guadagnano il campo. Potrei capire se ad ogni uscita della difesa corrispondesse un gol fatto, o ancora un’azione pericolosa al limite dell’area avversaria. Ma non è praticamente mai così. Al massimo si arriva a centrocampo. Quindi non ne capisco il beneficio. Mi sembra siano più i gol subiti per errori in disimpegno che quelli realizzati per una bella uscita».
Non è una vergogna buttare la palla avanti, continua, prendendo come esempio il Milan.
«Quando gioca Kijaer lancia spesso per la testa di Ibra. Non è una vergogna. Tutti gli allenatori che ho avuto in passato mi dicevano la stessa cosa: ‘Se sei in difficoltà buttala lunga sul centravanti’. Eppure ero uno dai piedi buoni e mi piaceva giocare il pallone».
Tra l’altro, continua, ormai le squadre sono preparate a fronteggiare un tipo di gioco così e vengono a pressare.
«I rischi mi sembrano più alti rispetto ai benefici. In questo modo, poi, il gioco diventa lentissimo: si fanno anche 20 passaggi senza guadagnare campo. È stucchevole».