Trentalange: “L’arbitro più bravo non ha bisogno del VAR, ma bisogna avere il diritto di sbagliare”

L’ex arbitro, candidato presidente AIA, al Corriere dello Sport: “I tempi sono maturi per iniziative innovative. Rocchi avrebbe potuto arbitrare un altro anno”

Trentalange arbitri

Alfredo Trentalange, ex arbitro e dirigente AIA, si candiderà alle prossime elezioni presidenziali dell’Associazione Italiana Arbitri e ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport.

Il presidente dell’AIA non può durare più di due mandati, otto anni al massimo sono sufficienti per formare chi ti dovrà sostituire.

Noi molto spesso siamo presuntuosi, è anche un problema di autodifesa per mantenere autonomia. Ma sono maturi i tempi per iniziative di tipo innovativo.

Trentalange candidato presidente: perché?

Per condividere l’esperienza fatta in questi anni, insieme con altre persone che faranno parte della squadra, anche di chi la pensa diversamente, in piena libertà. Di cosa bisogna avere paura? Mettiamoci in discussione, parliamo, ascoltiamo quello che viene dalla base, dal territorio, dai bisogni dei ragazzi.

Uno come Rocchi avrebbe potuto arbitrare un altro anno, così che l’Italia avrebbe avuto due suoi rappresentanti agli Europei. E la Uefa sarebbe stata d’accordo.

Il VAR è uno strumento formidabile, poi è chiaro che l’arbitro più bravo è quello che non ha bisogno del VAR. Però diamo agli arbitri il diritto di sbagliare.

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