La Premier vieta i party di Natale ai giocatori: una bomba d’immagine pronta a esplodere

I club inglesi vogliono impedire che i giocatori finiscano paparazzati a rompere le restrizioni: un problema d'immagine oltre che sanitario

Ronaldo

Niente feste o festicciole. Niente paparazzate. Niente party segreti che finiscono sui tabloid. Il Natale è una bomba d’immagine pronta a esplodere, per i club di Premier League. Per la naturale propensione dei giocatori a cacciarsi in situazioni divertenti, magari promiscue, in un periodo in cui proprio non si può fare. Per una questione sanitaria, certo, ma anche e soprattutto per la ricaduta sulle pubbliche relazioni delle società.

I club della Premier League e dell’EFL hanno dunque apertamente sconsigliato, quando non vietato, ai  tesserati di organizzare alcunché con i compagni di squadra.

Le riunioni sociali all’aperto sono vietate in base alle attuali linee guida del governo, ma sono consentite a gruppi di sei persone per “incontri di lavoro”, un tecnicismo che i giocatori potrebbero usare per aggirare le regole.

Gli esempi di infrazioni e figuracce pubbliche non mancano, in questi mesi. Tammy Abraham, Ben Chilwell e Jadon Sancho ad esempio, furono beccati ad un party segreto ad ottobre. E mercoledì scorso il manager dell’Aston Villa Dean Smith ha confermato di aver redarguito Jack Grealish e Ross Barkley per aver violato le regole con una serata a Londra la scorsa settimana.

Lampard ha detto ai suoi del Chelsea di “fare la cosa giusta”.

“Le responsabilità per i giocatori sono grandi, come modelli di comportamento e per la loro carriera. Devono fare la cosa giusta, in particolare quando giocano così spesso a Natale. Devono vivere in modo diverso dal resto della gente”.

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