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Il Daily Mail: dai bambini poveri di Rashford al razzismo, il calcio non è mai stato così politico

“Il calcio, dopo il lockdown, si ritrova investito di una nuova consapevolezza: è fondamentale per la politica moderna”. In Italia invece…

Il trionfo di Marcus Rashford sui pasti scolastici gratuiti per i bambini più poveri, o il dibattito scatenato da Sterling sul razzismo, in generale il riconoscimento definitivo che molti club e giocatori sono più che all’altezza di portare avanti campagne sociali, “lasciano lo sport in una sorprendente posizione di forza”, proprio mentre il calcio torna in campo in Inghilterra, in Italia e in Inghilterra.

Il calcio, dopo il lockdown, si ritrova investito di una nuova consapevolezza: “è fondamentale per la politica moderna, per la società e per il movimento Black Lives Matter. Si potrebbe sostenere che il calcio raramente ha avuto l’importanza che ha nel 2020″.

Così scrive in un editoriale sul Daily Mail Martin Samuel, evidenziando un fenomeno che in Italia è rimasto invece bloccato dalle solite polemiche, dalla vuota retorica quando non nella mancanza di prese di posizione pubbliche sui temi sociali di questi mesi. L’abbiamo scritto più volte: De Laurentiis è l’unico tra i presidenti ad aver espresso una vera opinione, pubblicamente, sull’omicidio Floyd. E in Italia un caso Rashford è francamente inimmaginabile: un giocatore, nero, di 23 anni che fa cambiare idea al governo su una manovra economica molto importante. In un giorno appena.

“Pep Guardiola – scrive Samuel – tra tutti è forse quello che meglio comprende il significato culturale del calcio. Lo sa perché i catalani al Camp Nou indossano nastri gialli, ha sperimentato la posizione del Bayern Monaco come portabandiera della Germania in Europa, e gli ultimi tre mesi gli hanno rivelato il posto del calcio nella società inglese”.

La risposta nazionale alla crisi da coronavirus ad un certo punto ha portato il calcio sul campo di battaglia, col dibattito sul ruolo dei giovani e privilegiati calciatori. “Ma oggi, dopo 3 mesi, nessuno in Inghilterra può raccontare questa ripresa con una narrativa banale“. Ormai gli sportivi hanno la consapevolezza – soprattutto dopo le uscite di Rushford, o di Sterling sul razzismo – che “una semplice frase possono raggiungere la portata pubblica che molti a Westminster ambiscono ad ottenere”.

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