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I tweet di De Laurentiis confermano che in Italia il Napoli è una mosca bianca sul razzismo

Il club è da sempre in prima linea. Da Koulibaly, che venne invitato dalla Uefa in una scuola di Milano, all’opera di Ancelotti. Il resto è un imbarazzante silenzio

I tweet di De Laurentiis confermano che in Italia il Napoli è una mosca bianca sul razzismo
Foto della Ssc Napoli

L’omicidio di George Floyd

I due tweet di Aurelio De Laurentiis sono arrivati nella serata di ieri, preceduti da tre per ricordare Roberto Gervaso. Ieri è stata una giornata particolarmente dura, segnata dalla scomparsa della sorella di Gattuso.

De Laurentiis, se non sbagliamo, è stato l’unico presidente di Serie A a prendere posizione sulla questione razzismo che sta incendiando – nel vero senso del termine – gli Stati Uniti. La protesta – che coinvolge anche lo sport, in Italia decisamente meno – dopo l’uccisione di George Floyd per strangolamento da parte di un poliziotto a Minneapolis. In Italia se ne parla decisamente poco.

Anche il mondo dello sport ne è stato travolto. Lewis Hamilton – tanto per dirne uno – sui social ha accusato la Formula Uno di ignavia, e di essere dominata dai bianchi. Si è espresso persino Michael Jordan di solito mai in prima fila quando si tratta di questioni politiche.

Koulibaly invitato dalla Uefa al liceo Agnesi di Milano

De Laurentiis scrive di “omicidio di George Floyd”. Ovvio per tanti, ma non per tutti. Scrive che è un episodio che va oltre le violenza, che deve far riflettere tutti, non solo gli americani. E poi scrive che ha apprezzato la partecipazione di molti calciatori del Napoli alla protesta. Il che conferma la posizione politicamente attiva del Napoli sul razzismo. E chiude dicendo: “Non possiamo più accettare episodi di brutalità e di razzismo. Dobbiamo reagire”.

E sì che il Napoli è una società che non sta ferma sul tema razzismo. Nel 2017 la Uefa scelse Koulibaly e il Napoli come testimonial per un confronto sul razzismo nel liceo “Agnesi” di Milano. Un incontro cui presero parte circa 1.500 studenti. Koulibaly era stato suo malgrado protagonista, l’anno prima, in Lazio-Napoli quando l’arbitro Irrati sospese l’incontro per i buu del pubblico.

Il caso Kean-Bonucci

Il Napoli è sempre stato in prima linea sul tema. A Genova, contro la Sampdoria, la sospensione per cori discriminatori è probabilmente costata la carriera di arbitro a Gavillucci. In Italia abbiamo assistito a comportamenti sconcertanti sul razzismo da parte di dirigenti e calciatori. Ricordiamo, tra gli altri, le parole di Bonucci dopo l’esultanza di Kean a Cagliari che reagì ai buu razzisti di parte del pubblico. Bonucci disse che aveva sbagliato anche lui. Parole che ovviamente all’estero destarono sconcerto. Sterling reagì prendendo sarcasticamente per i fondelli Bonucci. È l’italica mentalità, quella del “te la sei cercata”. O perché hai  la minigonna e quindi può capitare che ti violentino, oppure perché sei nero e non cammini sotto i muri e osi persino reagire. Kean poi andò via sia dalla Juventus sia dall’Italia. Di Balotelli non parliamo nemmeno. I casi sono tanti: Zoro, Boateng. E altri.

E ancora Koulibaly un anno e mezzo fa a Milano quando soltanto l’arbitro Mazzoleni non sentì i buu di San Siro e addirittura espulse Kalidou. La differenza tra Gavillucci e Mazzoleni è che uno è stati cacciato e l’altro è addirittura arbitro internazionale.

L’impegno di Ancelotti

Con l’arrivo di Ancelotti sulla panchina azzurra, l’impegno e l’esposizione del Napoli sul razzismo sono cresciuti. Ancelotti, praticamente da solo e senza alcuna campagna partigiana, ha posto da solo il tema tra le emergenze dello sport italiano. Ha messo in forte difficoltà, per non dire in imbarazzo, i vertici del calcio italiano. Ancelotti è un personaggio internazionale, un uomo le cui dichiarazioni fanno il giro del mondo. E i dirigenti nazionali hanno dovuto frettolosamente approvare una serie di norme che fino a un anno e mezzo sarebbero state apprezzate nell’Alabama anni Cinquanta.

I tweet di De Laurentiis si inseriscono in un solco consolidato. E ancora una volta, quando si parla di razzismo nel calcio italiano, il Napoli è una squadra sola al comando. Gli altri club nemmeno partecipano.

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