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Bianchi: «in allenamento Maradona provava sempre la mano de Dios. Poi negava»

A RTL 102.5: “Ogni allenamento era un tentativo di provare giocate nuove, come i tiri da centrocampo. La notte dello scudetto la passai in macchina con Ferlaino»

Bianchi: «in allenamento Maradona provava sempre la mano de Dios. Poi negava»
Ottavio Bianchi e Diego Armando Maradona
L’ex allenatore della SSC Napoli Ottavio Bianchi ha parlato ai microfoni di RTL 102.5 in occasione dell’uscita del libro “Sopra il Vulcano” scritto dalla figlia Camilla in cui si raccontano tanti aneddoti del padre.

Da Bergamo a Napoli, com’è andata?

“Sono stato favorito dal fatto che abbia giocato a Napoli, molti anni fa e con grandi giocatori. Mi son sempre interessato del tessuto sociale, in tutti gli ambienti in cui sono andato a lavorare. Mi son sempre interessato di entrare in punta di piedi nel tessuto sociale e conoscere la gente: conoscere la gente di Napoli vi assicuro che è un bagaglio di esperienza incredibile”.

La notte del 10 maggio ’87, cosa ci racconta?

“Era una settimana particolare, conoscendo l’entusiasmo di Napoli. Immagini che da Soccavo al San Paolo, che sono poche centinaia di metri, ci mettemmo tantissimo. Dopo la partita andai in albergo, mi aspettavano il direttore che è un amico e qualche altra persona per cenare insieme. Ricordo che Ferlaino e la moglie sono comparsi ad un certo punto a dire: ‘Andiamo in giro, dai’. Mi feci convincere a salire sul sedile posteriore e girare la città: una cosa incredibile. Striscioni comparsi, e un titolo bellissimo di De Crescenzo. L’entusiasmo incredibile spontaneo di questa gente, come capita spesso a Napoli: solo a Napoli può capitare una cosa del genere, che spontaneamente si creano momenti di entusiasmo così. Girando la città, ad un certo punto ci hanno riconosciuti, ed è diventato assurdo. Speravo di vivere quella serata chiuso in albergo, telefonando alla mia famiglia. Però devo ringraziare chi mi ha portato in giro perché è stata una nottata fantastica”.

I suoi ricordi su Maradona

“Io dovevo mantenere la mia faccia, il mio comportamento anche durante l’allenamento. Ma Diego, con il pallone si divertiva talmente tanto e ogni allenamento era un tentativo di giocate. Anche un fuoriclasse di quel livello, le giocate le provano e le riprovano in allenamento tante volte. Il colpo di mano che fruttò il campionato del mondo, la mano de Dios la ricordate? Me lo faceva in allenamento sempre, e diceva: ‘Non è vero, non l’ho presa con la mano!”‘. O i tiri da metà  campo, li provava sempre. Napoli è Napoli, nessuno può pensare di dare l’amicizia e l’amore che ti dà quella città”.

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