Bernardeschi va in ritiro volontario: devo giocare, ma voglio proteggere la mia famiglia
Siamo passati in pochi mesi dal ritiro punitivo (e agli ammutinamenti) al ritiro precauzionale: l'Uefa fa andare avanti le coppe e il centrocampista della Juve non vuol contagiare i familiari
Appena in autunno il Napoli si ammutinava per non tornare in ritiro, dando il via alla crisi che tutti conosciamo. Sono passati pochi mesi, il mondo è letteralmente cambiato per l’epidemia di coronavirus, e ora il ritiro diventa una forma “volontaria” di protezione dei propri cari.
Federico Bernardeschi si isola dalla famiglia. Deve continuare a giocare, perché nonostante il blocco totale in Italia l’Uefa va dritta e non si smuove: le coppe vanno avanti. Per cui la Juve continua la preparazione, e il centrocampista bianconero non potendo chiudersi in casa come vorrebbe il decreto, preferisce chiudersi… nello spogliatoio.
“Sono giorni che vivo uno stato d’animo di confusione e di incertezza di riflessione per quello che sta accadendo – scrive su Instagram – So bene che la cosa migliore da fare per tutti quanti in questo momento è seguire le direttive del Governo, stare a casa, ridurre al minimo il rischio di contagio. È quello che vi invito a fare, mentre noi scenderemo in campo, ancora, per provare a distrarvi un po’, regalandovi qualche ora di spettacolo. Sappiate che noi siamo controllati, anche se è ovvio non privi di rischi e ho deciso per questo di andare in ritiro domani anche per tutelare la mia famiglia e, in generale, limitare al massimo le possibilità che accada qualcosa”.
Ha giocato a Napoli tre anni in panchina (tranne gli ultimi mesi della scorsa stagione). Non può essere accantonato nuovamente, gli azzurri spesero per lui 25 milioni.
"È un duello pieno di sfumature e di questioni in sospeso, dagli uffici e dai tribunali ai campi dove si sono affrontati negli ultimi anni in modo memorabile"
Possibile l'addio per l'olandese. Fa sapere la Gazzetta: "Fino a martedì della prossima settimana, 15 luglio, penzola al suo collo un cartello con la clausola ben in vista: c’è scritto 25 milioni"
"I calciatori per il loro status sono visti come supereroi o robot, invece soffrono come tutti gli altri. Anche l'entusiasmo per i clamorosi nuovi acquisti è giustamente soffocato"
Lo fa sapere a Gazzetta. Poi interviene Raiola, l'agente: «È stata una questione di attimi. Gianluigi è un ragazzo molto sensibile, si è allontanato da Musiala in quel momento perché poco in grado di sostenere quella scena»
Da Repubblica. "È il mercato dell'«ancora tu». Così gli atleti possono orientarsi tra le stanze di casa - tinello, bagno, cucina e soggiorno. Siamo diventati un campionato di provincia"
"In Italia funziona così da anni. Nella scorsa stagione, rimasero solo Inzaghi (scudetto) e Gasperini (Europa League). Ora ritornano Allegri, Sarri e Pioli e con loro gli scudetti vinti"
Il retroscena dal Corsport. "Significa una sola cosa: obiettivo top. Va detto che Darwin pur avendo la stessa età di Osimhen ha segnato molto meno di lui negli ultimi anni a Liverpool"
Dati i costi d'ingaggio dei due giocatori e che nessuno dei due vorrebbe fare il comprimario dell'altro, ad oggi sembra una fantasia. Ma nel calcio, mai dire mai.
Lo spiega Calcio e Finanza a valle della cessione del Monza. Un club di Serie B è addirittura meglio: costa meno e può lottare per un successo (la promozione). Meglio se in una città nota. Fanno eccezione i Friedkin