De Luca va oltre la zona rossa: le mezze misure non servono, pronti a chiudere tutto
Il Governatore: "Se aumentano i contagi non ci saranno posti per tutti. A Bergamo è già così e sono costretti a scegliere chi curare e chi lasciar morire"

Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca
“Il quadro è questo: ieri sera contavamo 147 persone contagiate, quindi più 9 rispetto al giorno prima, 2 persone guarite, 44 in terapia intensiva. L’avanzata del virus è con un aumento governabile”. Ma le attuali cifre che dà il Presidente della Regione Vincenzo De Luca, a Radio CRC, contrastano con le proiezioni, e quelle sono disarmanti. La prospettiva, ormai dietro l’angolo per la Lombardia, ma sempre più richiesta a gran forza anche da molti governi locali è il “blocco totale”.
“Ho formalizzato ieri sera la chiusura di attività commerciali e credo che la Lombardia e il Veneto facciano bene a fare quella richiesta: meglio interrompere tutte le attività economiche. Si tenga conto, però, che in Lombardia ci sono dei numeri eccezionali, oltre 5mila contagi. Io non avrò problemi a chiedere la chiusura di tutto e, cioé, resteranno aperti solo farmacie e negozi alimentari“.
“Abbiamo fatto per 15 giorni un lavoro di prevenzione. L’unica possibilità per evitare l’espansione di contagio e’ quello di ridurre al minimo i contatti personali, facendo un sacrificio per le prime due settimane. Se questo tentativo riesce, noi freniamo il contagio, se invece non riesce, ci troveremo di fronte ad una situazione drastica, perché non ci sarebbero i posti letto per tutti i pazienti. Se tra un mese tua madre, tuo padre, tuo nonno, ha una difficoltà respiratoria drammatica e deve andare in ospedale, ma non ci sono posti in terapia intensiva, che si fa? A Bergamo questa situazione già accade, e i medici devono fare una scelta: decidono chi deve vivere e chi deve morire. La situazione è questa”.
Il rientro dal nord di molti campani è il motivo dell’ansia per le prossime settimane:
“Ne abbiamo identificati 1700, adesso in quarantena domiciliare. Se dovessimo avere, tra queste persone rientrate, una percentuale di contagi, sarebbe un problema. Un’altra situazione preoccupante è quella dei medici, che mano mano si stanno contagiando: abbiamo 6 medici positivi alla Federico II”.
“Mai come in questo momento le mezze misure non servono: bisogna prender misure rigorose. Se non siamo rigorosi oggi, rischiamo di trascinarci questo problema per mesi e mesi, avendo una crisi economica drammatica. Tante lamentazioni sono superflue, facciamo due settimane di sacrificio, così che dopo ci sarà una ripresa economica inimmaginabile. Il dopo non mi preoccupa. Dobbiamo avere un rigore spartano, non deve esserci nemmeno una sbavatura”.
E a questo proposito annuncia che stamattina lancerà una nuova ordinanza: “Io dico di no al cibo da asporto, nonostante il governo abbia detto sì”.