Crosetti: la Serie A inaugura la classifica fino a prova contraria
Fino a maggio non sapremo qual è l'ordine delle squadre. Mentre in serie B si gioca a pochi chilometri dagli stadi in cui è stato tutto sospeso, come se i virus lì fossero meno tosti. In Italia si naviga a vista e si affonda

“Dopo quasi cent’anni di onorata carriera, la Serie A inaugura la classifica fino a prova contraria. Il sacro
dogma del calendario si sbriciola sotto i colpi del virus: c’era riuscita solo la guerra”.
Lo scrive Maurizio Crosetti su Repubblica. Il riferimento, naturalmente, è al rinvio deciso ieri dalla Lega Serie A per le sette partite che avrebbero dovuto essere giocate a porte chiuse.
La 26sima giornata di Serie A, scrive,
“resterà monca per due mesi e mezzo, nei quali non potremo sapere chi sia davvero primo, chi secondo, chi terzo e via di seguito. Il giallo verrà risolto solo alla penultima pagina, il 13 maggio, undici giorni prima della fine del campionato”.
E nemmeno è certo, perché ancora non è stato deciso quando si giocherà Inter-Sampdoria. Una situazione di caos assoluto. In Serie B si è giocato a pochi chilometri da Udine (Cittadella, Verona, Venezia), dove invece la partita è stata rinviata. A Chiavari, a mezz’ora di auto dal Piemonte, dove non ci sono state partite, tutto regolare.
“Forse, anche i virus in Serie B sono meno tosti”.
Il calcio è precipitato nell’incertezza, tra le proteste dell’Inter e le accuse alla Juve, sui social, di essere “la grande manovratrice di questo stop”. Cosa che non risulta, scrive, anche se certo Sarri non sarà dispiaciuto di evitare l’Inter in un momento non incoraggiante e senza la spinta del pubblico bianconero.
L’Inter ha sei partite in programma a maggio, la Juve cinque. Potrebbero aggiungersi le finali di Champions, Europa League e Coppa Italia. La Lazio, invece, ne avrà solo quattro.
“Si arriva quasi all’assurdo che la Lega Calcio, per levarsi dai guai, possa augurarsi l’eliminazione europea di Juve e Inter”.
E non c’è solo il turno monco, ma anche l’incertezza per la prossima giornata. Perché se dovesse continuare l’emergenza, nel prossimo weekend ci saranno Genoa-Parma, Torino-Udinese, Atalanta-Lazio, Inter-Sassuolo, Verona-Napoli e Bologna-Juventus. Che non si sa che fine faranno. E con l’Inter che chiede lo stesso criterio di valutazione e si batterà per rinviare tutto. Ma poi: quando?
“L’assoluta mancanza di date dovrebbe portare alla riapertura degli stadi almeno per le squadre, se non per il pubblico. Ma come spiegarlo agli spettatori che invece a questo giro sono rimasti a casa?”
Così, in Italia “si naviga a vista e a vista si affonda”.
E conclude:
“Per lo meno si è evitato il tremendo spot dello Stadium chiuso in mondovisione, e la solitudine di Juve e Inter dovrebbe essere riscattata da Juve-Milan, mercoledì: la Coppa Italia sembra immune da contagi, anche se c’è l’ipotesi che allo stadio possano andarci solo i piemontesi. Forse, uno che sta a Torino è meno contagioso di uno che sta a Milano? Fino a prova contraria, come la classifica”.