Maggio: “Lo scudetto perso a Firenze? Fu una giornata storta. Ne capitano nel calcio”
L'ex Napoli intervistato da Gianluca Di Marzio: "Quel giorno eravamo spenti. C’era qualcosa che non andava. Benitez un vero manager. Insigne un fratello minore. A Napoli ho lasciato il cuore”.

Gianluca di Marzio intervista Christian Maggio. L’ex calciatore del Napoli, oggi al Benevento, ha ricordato il passato in magli azzurra.
Maggio ha ripercorso anche il suo arrivo al Napoli.
“Non volevo andare via da Genova e non mi aspettavo di andare al Sud. Ero in vacanza e lessi della trattativa su un giornale. Chiamai il direttore Marotta che mi confermò tutto. Inizialmente ero titubante. Io e la mia compagna eravamo intimoriti. Napoli è una città unica al mondo. Devi imparare a sentirla, conoscerla. E’ diventata la mia seconda casa. Le prime due persone fondamentali sono state Pierpaolo Marino e Paolo Cannavaro. Poi Marek Hamsik, che era molto simile a me. Per tanti anni abbiamo condiviso la stessa camera. E’ un amico vero”.
L’ex Napoli definisce Insigne quasi un fratello minore.
“Insigne? Come un fratello minore. Ama Napoli in modo viscerale. Siamo cresciuti mano nella mano. Più passava il tempo, più cambiava la nostra mentalità”.
Su Benitez e Sarri
“Rafael è un vero manager. A me piaceva tantissimo. Crede molto nella famiglia e spesso ci lasciava giorni liberi per stare con i nostri cari. E’ lontano dall’idea di calcio che si ha in Italia. Sarri era l’opposto. Un vero maniaco del lavoro. Tutto deve avere un senso e una logica. Era complicato stragli dietro. Ha stravolto il nostro metodo di allenamento e il modo di giocare”.
Il suo ricordo più bello con la maglia del Napoli è la vittoria in Coppa Italia contro la Juventus.
“Quella sera avremmo vinto contro chiunque. Poi il Chelsea nel 2012. Furono due partite incredibili. All’andata Terry negò la quarta rete. Al ritorno se non mi fossi infortunato sarebbe andata in modo diverso”.
Maggio ripercorre anche le delusioni. Come quella con il Dnipro in Europa League.
“Nella competizione avremmo potuto vincerla. Ricordo che nello spogliatoio c’era tantissima delusione”.
E soprattutto quella dello scudetto perso con Sarri.
“Per un momento ci siamo sentiti lo scudetto cucito addosso. E’ stato detto che a Firenze successe qualcosa di strano, ma non è così. Fu una giornata storta. Ne accadono tante nel calcio. Quel giorno eravamo spenti. C’era qualcosa che non andava. La squadra non riusciva a rispondere positivamente agli eventi. A Napoli ho lasciato il cuore”.