Non mi è piaciuto il gesto di Insigne. Il mio timore è che a giugno il Napoli debba ripartire da zero

Siamo a cinque punti dalla Lazio. A sei dalla Roma. Davanti a noi c’è anche la Samp. Mancano dieci giornate alla fine del campionato. Certamente è un quadro che soltanto un mese e mezzo fa ci sarebbe sembrato da fantascienza. Ed è un quadro che certamente non accende il nostro animo ad egregie cose. E […]

Siamo a cinque punti dalla Lazio. A sei dalla Roma. Davanti a noi c’è anche la Samp. Mancano dieci giornate alla fine del campionato. Certamente è un quadro che soltanto un mese e mezzo fa ci sarebbe sembrato da fantascienza. Ed è un quadro che certamente non accende il nostro animo ad egregie cose. E adesso? Che cosa fare? Assai più giova, Che i fervidi consigli, Una lenta prudenza ai gran perigli. (Pietro Metastasio)

Dico ciò dopo ventiquattro ore. Sbollita la delusione che “a fine partita scatena un livore che ha radici altrove. E che non porterà da nessuna parte. Magari l’obiettivo è sfogarsi e se questo può contribuire anche solo al raggiungimento di un equilibrio psico-fisico, ben venga…”

E la prudenza vuole che non si carichi di rabbiosa emotività l’ambiente. La squadra può ancora raggiungere traguardi importanti. Sarebbe un peccato se essi si dissolvessero per cause esterne al rettangolo verde. Francamente non credo che le radici del risultato ottenuto contro l’Atalanta siano nell’aver mandato in campo questo o quel giocatore né in questa o quella sostituzione. Il Napoli attraversa una evidente crisi di risultati come la Roma. Con i bergamaschi però, pur senza giocare un gran calcio, il Napoli ha dominato. E questa volta tutto va ricondotto ad una alleanza malefica tra la dea bendata e un arbitro scadente assai. Ciò non significa ricorrere ai più diffusi luoghi comuni. La sfortuna. E l’arbitro c…. No. Ciò significa osservare con occhio obiettivo la realtà. Una volta messo da parte lo sconforto.

Altro sono stati i match con Palermo, Inter, Verona…

La mia preoccupazione è che l’ambiente, reso giorno per giorno più teso dai risultati negativi ottenuti in campionato, si liquefi. Che lo spogliatoio degeneri. Francamente non mi sono piaciuti i gestacci di Insigne dovuti (immagino) al mancato ingresso in campo. Il ragazzino dovrebbe ricordare che deve molto a questo tecnico che lo aveva trasformato da promessa in giocatore fatto.

Prima del malaugurato incidente era in procinto di tornare in nazionale. E che c…direbbe Ilaria Puglia.

Ancor più temo un cedimento ambientale se è vero, come mi confermano voci e vocine, che Benitez abbia già chiuso le valige. Che consideri chiusa la sua esperienza a Napoli .

Insomma il rischio che vedo stagliarsi all’orizzonte è che l’ennesimo PROGETTO della società muoia prima di essere fallito. E ci tocchi a giugno ripartire da zero. Ascoltando un nuovo cantastorie parlare di programmi triennali.

Io sono un testardo. E mi ostino a sperare che la razionalità alla fine abbia il sopravvento.
Guido Trombetti

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