Gabbiadini diventa napoletano ad honorem e zittisce Sky, l’unica tv a colori che trasmette in bianconero

Alle 13.38 sul meridiano di Greenwich, in questa domenica di metà dicembre, Manolo Gabbiadini, questo delizioso sparviero bergamasco di 23 anni e di un metro e 86, in anticipo sui tempi contrattuali che lo destineranno al Napoli, diventa napoletano a tutti gli effetti con un sensazionale tiro a giro col quale, allo Juventus Stadium, infila […]

Che peccato Gabbiadini

Alle 13.38 sul meridiano di Greenwich, in questa domenica di metà dicembre, Manolo Gabbiadini, questo delizioso sparviero bergamasco di 23 anni e di un metro e 86, in anticipo sui tempi contrattuali che lo destineranno al Napoli, diventa napoletano a tutti gli effetti con un sensazionale tiro a giro col quale, allo Juventus Stadium, infila Buffon e ferma la corsa dello squadrone bianconero, inviso nel golfo, bloccandolo su un pareggio elegante (1-1).

Subito dopo, alle 13.51, si allaccia col fenicottero francese Paul Pogba bloccandone, pur rimediando un “giallo”, le pericolose movenze. E alle 14.10, col suo sinistro di gran classe, costringe Buffon alla paratissima che salva la Juve.

Improvvisamente, sfiorisce su Sky il commento di Giancarlo Marocchi, biondino di Imola, per otto stagioni soldatino bianconero. Il suo entusiasmo per la Juve cala, la sua voce si scolora. La sua amatissima Juve si blocca, sventura che gli amareggia la domenica.

Come è noto, Sky è l’unica televisione a colori che trasmette in bianconero.

L’emittente italiana dell’australiano Murdoch, lo “squalo dai denti lunghi”, settantottesimo uomo più ricco al mondo con un salvadanaio di 14,4 miliardi di dollari, ha una passione sfegatata per la Juventus, linea editoriale legittima e opportuna visto il gran numero di tifosi juventini cui bisogna rendere omaggio in cambio di sostanziosi abbonamenti e la partecipazione di John Elkann, figlio di Margherita Agnelli e nipotino bianconero, alla società di Murdoch.

Da qui, l’assunzione di commentatori televisivi di specchiata fede juventina, tra i quali emergono Giancarlo Marocchi e Massimo Mauro, un emiliano e un calabrese giusta la colonizzazione sabauda permanente del Bel Paese. Niente di scandaloso, ma situazione che spesso sfiora il ridicolo.

I commenti dei due ex-calciatori, entrambi in passato al soldo della Juve, Mauro per soli quattro anni con la maglia bianconera, sfiorano l’elegia, la lirica e la metrica provenzale.

Le tenerezza e lo struggimento di Marocchi, commentando le partite della Juve, sono di altissima classe, un esaltante stil novo bianconero. Egli guarda le partite della Juventus con la soggezione emotiva di chi vede la Madonna. La Juventus, su qualunque campo giochi, è la Madonna che appare a Marocchi. Il biondino conosce un solo sostantivo, Juventus, e tutta una serie di irresistibili aggettivi. Marocchi vede la Juventus e chiunque giochi con la maglia bianconera è meraviglioso, perfetto, incredibile, prodigioso, fantasioso, divino, celestiale, splendido, incantevole, straordinario. Commentando la Juve, la voce di Marocchi si libra al settimo cielo. L’uomo vede angeli in maglia bianconera.

Massimo Mauro, travolto dagli aggettivi di Marocchi, forza l’accento calabrese di Catanzaro inventandosi una improvvisa cantilena sabauda, e sfodera sinonimi di ammirazione e di gloria, in competizione con l’imolese, per l’immancabile, eccezionale, stupefacente, sbalorditiva, fenomenale, favolosa, grandissima, fantastica Juventus.

Così Sky Italia è la televisione a colori che trasmette in bianconero. Una distorsione del tubo catodico, una mutazione del plasma, un appiattimento dello schermo piatto, una juventinizzazione dei pixel e dei fosfori, una juventinità analogica e digitale, il vangelo pay per view secondo Casa Agnelli.
Mimmo Carratelli

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