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Damascelli: le parole di Ceferin sono un messaggio alla Fifa che ha intossicato il senso del calcio

Sul Giornale si chiede perché il presidente Uefa abbia supinamente accettato il Var in Champions e non anche in Europa League

Le parole del presidente Uefa Ceferin al Daily Mirror sono un chiaro messaggio alla Fifa, scrive Tony Damascelli su Il Giornale.

Uno sfogo in ritardo,

“indirizzato al Var semmai a chi ne ha deciso l’introduzione, con un protocollo che è contrario allo spirito del gioco ma rientra nella filosofia e nella mentalità degli arbitri. Dunque, alle corte, Ceferin spedisce il messaggio alla Fifa, alla coppia Busacca-Collina, a seguire Rosetti che guida gli arbitri Uefa e agli altri sodali di questi, nei Paesi guida della riforma, l’Italia in testa”.

Perché, si domanda Damascelli, Ceferin ha “supinamente accettato” il Var in Champions e non anche in Europa League?

“Si potrebbe dedurre che i criteri di tale sollecitudine rientrino nella propaganda politica e mediatica dei capi Fifa, i quali hanno preso in mano il giocattolo, inventandosi norme e regole che intossicano e uccidono il senso di questo sport”.

Non si può tornare indietro, conclude, ma nemmeno si può andare avanti così.

“Le basse percentuali di errori in caso di Var, se questi sono decisivi ai fini del risultato, sono più gravi di cento errori senza il Var. Il dibattito è già concluso. Segnalo una frase di Bill Shankly, leggendario allenatore scozzese del Liverpool: «Il problema degli arbitri è che conoscono le regole. Ma non il gioco». E non c’era ancora il Var”.

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