Benitez: «De Laurentiis deve garantire il futuro al Napoli a prescindere da me». Ma il Corsport parla di rinnovo

La rassegna stampa di oggi non può non partire dall’intervista della Gazzetta dello Sport a Rafa Benitez. L’allenatore del Napoli, si sa, non è uomo che si lasci andare, lo dimostrò al suo ritorno in Italia in occasione di una conversazione con Gianni Mura. Parla di mancanza di intensità del calcio italiano, di un sistema […]

La rassegna stampa di oggi non può non partire dall’intervista della Gazzetta dello Sport a Rafa Benitez. L’allenatore del Napoli, si sa, non è uomo che si lasci andare, lo dimostrò al suo ritorno in Italia in occasione di una conversazione con Gianni Mura. Parla di mancanza di intensità del calcio italiano, di un sistema calcio che qui da noi pretende tutto subito, dice che ripete spesso a De Laurentiis di garantire un futuro a Napoli a prescindere da lui (senza per questo comunicare che il suo futuro non sarà a Napoli, nonostante la difficoltà di vivere senza la famiglia), sottolinea la sua voglia di insegnare calcio («sono un insegnante»), non si sbilancia per lo scudetto o per altri titoli, ricorda l’importanza del fatturato. «Dopo quattro anni con Mazzarri e la cessione di Cavani, per quello che abbiamo fatto è come se avessimo vinto. Una bella soddisfazione che ho avuto di recente è stato incrociare alcuni tifosi che mi hanno detto, “mister, finalmente ora ci divertiamo”». Non elegante nel passaggio sul tecnico livornese: «Essere troppo agitati trasmette insicurezza». Nega qualsiasi interesse del Napoli per Balotelli.

Il Corriere dello Sport, però, scrive (come anche Repubblica Napoli) di prove di accordo per il rinnovo, accordo che passa per Castel Volturno. Ecco un passaggio di Antonio Giordano: “La posa per la prima pietra d’un rinnovo laborioso è Castelvolturno ma anche il settore giovanile: perché casa-Napoli, secondo Benitez, dev’essere sempre più accogliente, deve trattenere i top player e deve invogliarne eventualmente altri ad atterrare in questo micromondo che vuole allargarsi, per puntare sempre più in alto. La dimostrazione di una «europeizzazione» della filosofia ha un ruolo determinante e la funzionalità del centro sportivo, la (ri)costruzione d’un habitat naturale che sia il più vicino possibile a quello di club di primissimo piano può generare la convinzione in Benitez che su quel terreno nel quale nel luglio del 2013 è stato lanciato il primo seme si possa continuare a lasciar fiorire il suo calcio”.

 

A proposito di Mazzarri, c’è un ricco retroscena su Repubblica il cui titolo è inequivocabile: “Mazzarri è sicuro, dietro il suo esonero c’è la vecchia Inter”. Il tecnico non parla tra virgolette, viene però raccontato il bluff di Moratti con lui (negò sempre la trattativa con Thohir) mentre invece la Roma di Sabatini (probabilmente il rimpianto di Walter) lo cercava insistentemente. E poi i fischi per aver lasciato Zanetti in panchina alla gara d’addio. Da allora, la contestazione non lo ha più abbandonato.

Oggi c’è anche tanto Cabrini, ct dell’Italia femminile che al Corriere della Sera dichiara in una bella intervista: «In Germania ci sono un milione e 200mila tesserate, in Francia 400mila, 600mila in Inghilterra, 200mila in Spagna, da noi diecimila. Perché? Perché siamo un paese maschilista, dove vale di più qualsiasi bravata di Balotelli piuttosto che l’impresa che stiamo cercando di realizzare. Mancano la determinazione delle istituzioni, la continuità sui giornali e in tv, una buona opera- zione di marketing, stile volley. In Italia spesso bisogna imporre le cose perché passino».

Infine un’altra intervista, quella di Paolo Rossi al Mattino in cui Pablito dice che Callejon gli somiglia, che Benitez è più esperto di Garcia e di Allegri e che dopo la vittoria della Roma il Napoli ha acquisito consapevolezza. Senza Champions, per l’uomo del Mundial 82, il Napoli può giocarsela in campionato.

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