Andiamo a Bilbao per vincere e tu, Rafa, ci devi guidare

Vedi Rafa, non è che ti abbiamo abbandonato. La bandiera l’abbiamo portata persino in curva B. Sono stati gentili, sia con noi che con te. A Bilbao non la porteremo, è troppo complicato. Dovremmo tornare a Napoli. Invece partiamo direttamente dal mare. Ci vediamo là, Rafa. Non ti stupirai di vederci. Sei abituato a ben […]

Vedi Rafa, non è che ti abbiamo abbandonato. La bandiera l’abbiamo portata persino in curva B. Sono stati gentili, sia con noi che con te. A Bilbao non la porteremo, è troppo complicato. Dovremmo tornare a Napoli. Invece partiamo direttamente dal mare. Ci vediamo là, Rafa. Non ti stupirai di vederci. Sei abituato a ben altre carovane, lo sappiamo. Pare che saremo in settecento. Pochini. Ma tu questa cosa l’hai imparata. Noi non sappiamo soffrire. Non ci andiamo nemmeno se sappiamo di poter perdere, come l’anno scorso contro l’Arsenal. Ma come? Avete sempre perso? E lo so, Rafa, ma è un’altra condizione quella. È la testimonianza. Guardate cosa saremmo capaci di fare se… Solo se. Poi quando arriva il momento del se, ci viene mal di pancia. Non siamo abituati. Oh un po’ le trasferte oggi costano anche eh. Un po’ tanto, a dire il vero. Poi c’è il rientro dalle vacanze. E insomma la nostra non è una polemica, è solo un modo per dirti che saremo in pochi ma ci saremo. 

Ci saremo perché noi a questo punto, per dirla alla Totò, vogliamo vedere questo stupido dove vuole arrivare. E perché, in tutta onestà, saremo presuntuosi, ma questo San Mames che tremare il mondo fa lo vogliamo vedere. E, ancora Rafa, perché noi lo abbiamo capito che il calcio che conta è quello. Oggi se n’è andato anche Balotelli, la nostra serie A sembra sempre più una serie A2. Tu sei stato fin troppo spietato a spiattellarci la verità nuda e cruda davanti agli occhi. Abbiamo giocato la Champions quattro volte in vita nostra, lo sappiamo. Mai due volte consecutive. In due occasioni abbiamo pure fischiato la nostra squadra al San Paolo. Ma è sempre quella cosa che ti ho spiegato prima: non reggiamo la tensione. Se fossimo tennisti, non giocheremmo mai il tie-break. Come? È la negazione dello sport? Elloso Rafa, ma chest’è. Ora, però, una cosa vorrei dirtela. Ci sei anche tu stavolta.

Sì, sappiamo tutto. Lo abbiamo scritto (nel caso in cui ci leggessi, eh). Poi se qualcuno non se ne fosse accorto, tu hai pure schierato Gargano titolare. Lo hai persino fatto giocare bene, questo è il problema. Ora, però, Rafa, non è più il momento delle battute e delle allusioni. Tu ci devi far vincere a Bilbao. Anche pareggiare 2-2, quello che vuoi. Pure ai rigori. Sono notti che mi sogno Stopyra. Perché Stopyra? È troppo lungo, Rafa. Comunque sappi che anche Lui ha sbagliato un calcio di rigore. Lui, colui al quale hanno attribuito il merito della vittoria 3-0 contro la Roma in Coppa Italia. Ti incazzasti eh Rafa? Lo so, ti capisco. Comunque quella notte, Rafa, era Tolosa. Non tanto distante da Bilbao. La buttò sul palo mentre un’interferenza internazionale criptò lo schermo della tv. Vedemmo lui con le mani nei capelli. Ci crollò il mondo addosso. Fu dura, credici.

Ma non divaghiamo. L’ambiente è quello che è, è tremebondo. Non te la prendere con noi. Facciamo del nostro meglio. Della società che vogliamo dire? Il presidente, nel pieno rispetto del mantra “quando il gioco si fa duro, Aurelio si rintana”, se ne sta zitto. Per non parlare del resto. Davanti al gruppo ci sei sempre tutto. Con la tua faccia finto sorridente ma incazzato nero. L’abbiamo capito Rafa, figurati. L’hanno capito tutti. Però il valore aggiunto in questo Napoli sei tu. Chi ha giocato cento di queste gare sei tu. Chi ha vinto una Champions partendo dai preliminari sei tu. Chi ha superato il primo turno con un gol a quattro minuti dalla fine sei tu. Insomma, che voglio dire? Che solo tu ci puoi trascinare fuori dalle nostre secche. Tanto, Rafa, lo sappiamo che hai già deciso che a fine anno te ne andrai. Ma lo hai detto stesso tu: hai vinto un’Europa League con il tuo pubblico contro. Figurati con noi. Ormai sono quasi tutti rafaeliti. Il presidente ha avuto questo potere. Sì, qualcuno che ti angustia col centrocampo a tre ancora c’è, ma è fisiologico dai. Ci devi prendere per mano tu, a Bilbao. Facci capire che vuol dire salire di livello. Facci capire che cosa vuol dire la tensione agonistica. Morire per un calcio d’angolo. Piegarsi in due dalla tensione. Poi magari vai in conferenza stampa e dici quello che devi dire. Sono pronto, che cosa credi. Sono giorni che guardo la tua conferenza dopo l’Intercontinentale vinta con l’Inter. 

Ma facci uscire dal San Mames sorridenti. Ce ne ricorderemo, Rafa, anche se tu non lo credi. Poi lasciali stare. Noi lo sappiamo chi è il Bilbao, per carità. Due anni fa fece fuori il Manchester United e arrivò in finale di Europa League. È arrivato quarto nella Liga. Noi abbiamo te, però, Rafa. Se all’andata Callejon avesse segnato quel gol, chissà come sarebbe finita. Non ci siamo accorti di niente, Rafa, nemmeno che abbiamo avuto il 60% di possesso palla. Eravamo talmente impauriti che ci sembrava la tenessero sempre loro. Devi portare pazienza. La devi vincere tu. Voglio sentire in conferenza stampa quelle parole che quando le pronunciava il tuo Arrigo mi saliva il sangue alla testa: “Se i giocatori seguiranno tutte le mie indicazioni, vinceremo”. Con Gonzalo non parlarci nemmeno. Lo vedo bello carico. Ci vediamo là, Rafa. Mi raccomando.
Massimiliano Gallo

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