La coerenza di Benitez e’ apprezzabile fin quando non diventa…

Contessa cos’è mai la vita? È l’ombra di un sogno fuggente. La favola bella è finita…. Eh già! La favola bella è (quasi certamente) finita a Dortmund. Ma proviamo a ragionare sul match di ieri. Le partite di calcio, è noto a tutti, hanno molte chiavi di lettura. Due le più adoperate.La prima fa riferimento […]

Contessa cos’è mai la vita? È l’ombra di un sogno fuggente. La favola bella è finita….
Eh già! La favola bella è (quasi certamente) finita a Dortmund.
Ma proviamo a ragionare sul match di ieri.
Le partite di calcio, è noto a tutti, hanno molte chiavi di lettura. Due le più adoperate.La prima fa riferimento ad una visione casuale. Nel calcio decidono gli episodi.
Contro i prussiani di Dortmund moltissimi gli episodi. Due però a mio modo di vedere determinanti. Il primo il rigore, molto ma molto dubbio, che ha dato ai tedeschi la possibilità di andare in vantaggio. E quindi di giocare in contropiede. Il secondo il goal (l’ennesimo ) mangiato da Higuain solo davanti al portiere. Un attimo dopo il raddoppio del Borussia. Tutto il resto è inutile. Se l’arbitro non dà il rigore… se Higuain fa quel goal… certo se… se… se… avremmo avuto un’altra partita. Ma così ha voluto il caso, il destino!
Questo modo di interpretare il calcio funziona, e anche bene, sulla singola partita. Sui piccoli numeri direbbe uno statistico. Molto meno sui grandi numeri. Cioè non va bene per spiegare l’andamento di una stagione. Quando sui grandi numeri gli episodi fortunati e quelli sfortunati si compensano.
Un’altra chiave di lettura è quella che fa riferimento al gioco espresso più che agli episodi singoli.
Trattando il risultato quasi fosse un dettaglio irrilevante. Quante migliaia di volte abbiamo sentito un tecnico intervistato in tv dichiarare ” io non guardo il risultato ma il gioco”.
Questo modo di interpretare il calcio funziona, e anche bene, per spiegare l’andamento di una stagione. Non sulla singola partita.
” La squadra ha dimostrato carattere, ha fatto una grandissima prestazione, con grande voglia di vincere, è una squadra in crescita….” queste le dichiarazioni di Benitez. Che le diecimila occasioni del Borussia sembra non averle viste. Non si è reso conto che se Reina è stato il migliore in campo secondo tutti gli osservatori qualche cosa pure significherà. E se invece di perdere 3-1 avesse vinto 3-1 che giudizio avrebbe dato sulla squadra?

Si può essere tentati di giudicare positivamente la partita del Napoli contro il Borussia. Un gioco arioso. Personalità. Spinta offensiva. Insomma una bella partita. Però pensiamoci un attimo. Si può anche leggere come un suicidio essere andati a giocare faccia a faccia contro una compagine fortissima. Quando ti andava bene anche un pari. Quante occasioni da goal ha avuto e sprecato il Borussia? Come mai gli esterni tedeschi ci hanno crocefisso senza pietà ? A mio avviso la spiegazione è sempre la stessa. L’inferiorità numerica del centrocampo azzurro.
Benitez con ammirevole coerenza è andato a giocare in Germania con il suo modulo. Il mai tanto celebrato 4-2-3-1. Quello è il mio modulo e non lo cambio sembra dire il tecnico spagnolo. Nemmeno lo sfiora l’idea di non far giocare Pandev e di sostituirlo con Dzemaili. Tenendo in campo Inler e Behrami. Poco importa al tecnico se ha dovuto subire le devastanti ripartenze prussiane. Con un Pandev penoso. Un Higuain a tratti irritante. Mertens che non salta quasi mai l’uomo. Armero che ne combina di tutti i colori. E Maggio che non canta né porta la croce. Esattamente come contro il Parma. Che coerenza! Ma la coerenza è apprezzabile fino ad un certo punto. Fin quanto non diventa, come diceva Giuseppe Prezzolini, la virtù degli…
Della totale anelasticità di Benitez ormai parlano tutti i commentatori. Sulla carta stampata, in tv…
Ed ora che fare? La stagione del Napoli come prosegue?
Il cammino in coppa sembra terminato. Se così fosse avremmo un magro bilancio. Un turno in meno di quello della squadra di Mazzarri. Nonostante un tecnico di ” provata esperienza internazionale”.
In campionato siamo terzi. Per carità posizione tutt’altro che disprezzabile. Ma un posto dietro la squadra di Mazzarri. E con la Juve già in fuga.
Ma allora che significa “questa squadra è in crescita”?
Ed ora quindi che fare? Forse l’unica strada è accettare l’idea, saggia ma triste, di aspettare che si compia un lavoro di lungo periodo. Sospendendo il giudizio sulla squadra e sul tecnico.
Per vincere qualche cosa il tempo non è ancora maturo.

Guido Trombetti

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