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Non credo a una permanenza di Benitez a Napoli e mi dispiace. Ma non vorrei né Mihajlovic né Spalletti

Non credo a una permanenza di Benitez a Napoli e mi dispiace. Ma non vorrei né Mihajlovic né Spalletti

Appartengo al partito dei Collovati. E dei Ciccio Marolda. Credo che Benitez andrà via. Ormai il rapporto con la proprietà è rotto. Figurati se De Laurentiis gli fa passare la levata di scudi sul problema del ritiro. E poi se avesse voluto restare, avrebbe accettato l’offerta fattagli (secondo i bene informati) a gennaio. Ed anche ripetuta (sempre secondo i bene informati) a febbraio. La cosa mi dispiace perché si interrompe un lavoro in piena evoluzione. Che lo spagnolo dia una interpretazione originale del ruolo dell’allenatore è innegabile. Non che io assegni ai tecnici un grande potere di incidere sulle sorti di una squadra. Il grande Sacchi non avrebbe vinto un campionato se il Napoli non glielo avesse regalato. Bigon invece… E dopo Conte la Juve non ha continuato a stravincere con Allegri?

A domanda “che qualità deve avere un allenatore?” Ferlaino, vecchia volpe, risponde “non deve fare danni. Ecco, se un tecnico non fa danni è già molto”. Che è una vision. Forse estrema. Forse un minimo provinciale e sparagnina. Ma con un suo raziocinio. E io la penso un poco alla Ferlaino. Pur tuttavia a Benitez assegno molti meriti. Intanto non ha sbagliato (o non ha fatto sbagliare) gli acquisti. Qualunque giocatore sia sbarcato qui, alle falde del Vesuvio, ha fatto la sua parte. Ha trasformato Insigne, un ragazzo che poteva avviarsi sulla strada dell’eterna promessa, in un campione completo. Ha recuperato Britos e Gargano. Ha messo all’ordine del giorno ragionamenti europei riguardo all’organizzazione societaria e delle strutture. E, almeno per un anno e mezzo, ha tenuto un rapporto franco e dinamico con i mezzi di informazione. Certamente ha commesso anche errori (chi non ne commette nella vita?). E quasi tutti in panchina o nelle scelte di formazione.

Comunque, morto il re viva il re. E adesso bisogna trovare un tecnico nuovo. Lo dico subito. Non muoio di passione per Mihajlovic. Per due motivi. Il primo. Fino ad ora ha vinto poco o nulla. Ha subito qualche esonero. Non ho visto nel gioco delle sue squadre lo smalto dell’ingegno. E, last but not least, non so se almeno non fa danni. Il secondo motivo per cui non muoio dal desiderio di vederlo a Napoli… preferisco tacerlo. Motivi di opportunità!

Anche Spalletti non mi esalta. È triste. O almeno appare triste.

La butto lì. E se andassimo sull’usato garantito? Insomma perché non pensare a un ritorno del toscanaccio che tanto bene fece qui da noi?
Guido Trombetti

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