ilNapolista

Più di Reina e Koulibali, conta la risposta della società alle richieste strutturali di Benitez

L’anno passato scrissi a proposito della campagna acquisti:
“La cosa che mi colpisce molto oggi è il tourbillon di nomi in giro. Una girandola pirotecnica. La maggior parte non ho idea di chi sia. Eppure seguo il calcio in tv assiduamente. Cognomi sconosciuti e spesso astrusi. Difficilissimi da pronunciare. Almeno per me. Leggo i commenti. Di giornalisti e tifosi. E scopro che a non conoscerli, questi giocatori, sono soltanto io. Tutti ne parlano. Li elogiano o li criticano. Li collocano in questo o quel ruolo. In questo o quel modulo. Ha sempre giocato sulla fascia destra, non è adatto al 4-4-2 ….
Insomma mi sento escluso dal dibattito. Come accadeva quaranta anni fa a chi non aveva letto l’ultimo saggio di Bobbio o di Asor Rosa.”.

Adesso ci risiamo. Arriva la notizia. Il Napoli ha acquistato Koulibaly. Carneade! Chi era costui? Sono il solo che non lo conosce? Probabilmente sì, sono il solo… avere il coraggio di dire ” non lo conosco”.

Su di lui ho una sola fonte di informazione. Una mini scheda tecnica stilata da Gianni Di Marzio. E non mi ésembrata per nulla eccelsa.

Che nostalgia del tempo in cui i giocatori in vendita avevano nomi ben noti. Facili da scrivere. Savoldi, Krol, Clerici, Bagni, Giordano…

Nessun bisogno che il tuo interlocutore ti facesse lo spelling. Né che Di Marzio ti spiegasse dove gioca, come gioca, che modulo preferisce….

E tanto per confermare la tendenza alla cacofonia altri nomi che girano sono Skrtel, Agger, Dragovic, Vermaelen…

Va a capi’!

Oggigiorno, poi, le squadre di calcio sembrano carovane da circo. In cui ognuno parla una lingua diversa. Ma come fanno ad intendersi tra loro in campo ? Come fa l’allenatore a spiegare movimenti e schemi? Io imporrei per contratto un corso accelerato di italiano. O, magari, di inglese onde garantire un livello minimo di comunicazione all’interno dello spogliatoio.

Ma passiamo ad altro.

Max Gallo titola il suo ultimo pezzo “l’acquisto più importante dovrá essere Reina”.

Concordo in pieno sulla valutazione dell’importanza del calciatore. Non tanto per le sue doti tecniche. Meno ancora per il rendimento avuto. Quanto per il carisma di cui è dotato. Reina è l’opposto di Hamsik. Sprizza personalità da tutti i pori. E questo ne fa, a differenza dello slovacco, un leader naturale. Del quale una squadra ha sempre un grande bisogno.

Io però ritengo con Benitez che occorre al di là di Reina o dell’impronunciabile Skrtel una scelta societaria di spessore strategico. Una scelta che vada ad incidere sulle strutture e le infrastrutture. Che consenta al Napoli di avere un luogo con campi di allenamento, palestre, infermerie, foresteria, organizzazione del settore giovanile … di spessore europeo. Una cittadella del calcio , insomma, con uno staff di professionisti di valore al lavoro giorno per giorno. Su questo lo spagnolo ha ragione da vendere. Per fare un salto di qualità occorre crescere innanzitutto nella qualità dell’organizzazione complessiva. Strutturale, infrastrutturale e professionale. La modernità di Benitez nel proporre questa visione gli fa molto onore. Speriamo che resista.
Guido Trombetti

ilnapolista © riproduzione riservata