Col numero 10 Lorenzo Insigne al primo esame di maturità

La premessa è d’obbligo: al contrario di tanti, di Vittorio Zambardino in primis, non sono un fan di Lorenzo Insigne. O, perlomeno, non lo sono ancora. Non so nemmeno io perché. Non perché non mi piacciano i calciatori talentuosi: ricordo ancora la sensazione che provai quando il giovane Cassano di Barivecchia si portò avanti la […]

La premessa è d’obbligo: al contrario di tanti, di Vittorio Zambardino in primis, non sono un fan di Lorenzo Insigne. O, perlomeno, non lo sono ancora. Non so nemmeno io perché. Non perché non mi piacciano i calciatori talentuosi: ricordo ancora la sensazione che provai quando il giovane Cassano di Barivecchia si portò avanti la palla col tacco, si infilò tra Blanc e Panucci e fece impazzire Bari e Fascetti.
Il talento mi affascina. Come affascina tutti, del resto. Però Insigne, fin qui, resta un’incognita. Potrebbe diventare fortissimo così come potrebbe finire a calcare palcoscenici minori. Una grande promessa, per carità. Ma un’incognita. Non solo per colpa sua, ovviamente. Al primo anno di serie A è stato utilizzato con parsimonia, potremmo dire anche oculatezza. Secondo alcuni è stato male utilizzato. Fatto sta che poche volte ha avuto l’opportunità di giocare dal primo minuto. Molte volte, però, gli è stata concessa la chance di lasciare un’impronta. E spesso il suo ingresso è risultato irrilevante. Altre volte, invece, la partita l’ha cambiata. Come a Roma contro la Lazio, ad esempio. Ha servito assist fantastici a Cavani: importante quello di Parma, bellissimo quello – se non sbaglio – contro il Bologna. Mi piacque tantissimo in casa contro il Milan. Segnò e, probabilmente, se non avesse avuto l’assillo di passarla a Cavani avrebbe anche raddoppiato. Per non parlare del gol decisivo realizzato al Cagliari a tempo scaduto. Cinque comunque i gol a fine campionato. Non male per un esordiente che in C ne aveva segnati 19 e in B 18.
Tutto questo per dire che comunque Insigne è un patrimonio del Napoli, con ogni probabilità il gioiello più prezioso della società. E la scelta di Devis Mangia di affidargli la maglia numero 10 per il campionato europeo under 21 che comincia stasera ne è una ulteriore conferma. Gli occhi dell’Italia saranno su di lui, come del resto già lo furono in qualche scorcio nella Nazionale di Cesare Prandelli. Insigne stasera è atteso alla prima prova di maturità. In attesa della prossima stagione che per lui – e per noi – sarà uno spartiacque. Capiremo se potremo contare a lungo su un fuoriclasse oppure saremo costretti a parlare, sia pure con sfumature diverse a seconda di quale sarà il suo futuro, di una promessa mancata.
Massimiliano Gallo

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