Per la Gazzetta, Mazzarri è già Mourinho. E poi i provinciali saremmo noi…

E se avessi torto e i provinciali non fossimo noi? La domanda mi risuona in mente da ieri sera e stamattina, dopo aver letto la Gazzetta dello sport, mi rifrulla ad alta velocità. Spesso, sul Napolista, ho e abbiamo utilizzato il termine provincialismo. Quasi sempre, per non dire sempre, al fine di stigmatizzare un certo […]

E se avessi torto e i provinciali non fossimo noi? La domanda mi risuona in mente da ieri sera e stamattina, dopo aver letto la Gazzetta dello sport, mi rifrulla ad alta velocità. Spesso, sul Napolista, ho e abbiamo utilizzato il termine provincialismo. Quasi sempre, per non dire sempre, al fine di stigmatizzare un certo atteggiamento dei napoletani. Ebbene, confesso, che quelle credevo granitiche certezze stanno vacillando.

I primi dubbi, dicevo, li ho avuti ieri sera, guardando il notiziario di Sky Sport. Sono rimasto sbalordito dall’enfasi e dal tempo (15 minuti) che hanno dedicato all’ingaggio di Mazzarri da parte dell’Inter. Stupore accresciuto dai 40 secondi con cui hanno archiviato la pratica Benitez al Napoli. Qualcuno che ha lavorato a Sky Sport mi ha fatto notare su Facebook l’inutilità e la ridicolaggine di una simile polemica: la quota di tifosi interisti abbonata a Sky Sport è di gran lunga superiore a quella dei tifosi del Napoli e quindi dovrebbe essere logico – a parer suo – un simile trattamento.

Vabbè, passi. Cioè no, ma fa lo stesso. Stamattina vado in edicola e acquisto la Gazzetta. So bene che trattasi di quotidiano milanese. So anche, però, che è lo storico quotidiano sportivo italiano (a meno che non abbiano deciso di non avere più le pretese di esserlo), così come so che uno dei suoi più grandi direttori, se non il più grande, è stato un napoletano. E non ho potuto fare a meno di sgranare agli occhi dinnanzi al trattamento riservato al nostro ex allenatore (sempre sia lodato e ringraziato, non finirò mai di ripeterlo) Walter Mazzarri.

Prima pagina. Titolone: “Mazzarri l’Inter è tua”, con richiami da pagina 2 a pagina 5. E ci sta. Nemmeno un rigo sul Napoli e Benitez. E vabbè. Poi la mia attenzione viene catturata da un titolino, sotto l’occhiello “il commento”. Il titolo è, in stampatello, IL DECISIONISTA. A pagina 23, di Luca Calamai. Vado e che cosa trovo? Un commento, direi quasi un editoriale, in alto (si direbbe in palchetto): MAZZARRI, DECISIONISTA ALLA MOU. Non credo ai miei occhi. Richiudo la Gazza, la riapro e il titolo sta sempre là, così come lo avevo visto prima.

Adesso Mazzarri è descritto così: “Con uno stile un po’ diverso ricorda figure come Mourinho o Mancini. Il duro Walter è un decisionista… Un uomo d’azienda, pignolo, ingombrante, che pretende di metter mani e voce in ogni settore”. Più o meno così di Stradivari fino alla chiosa da non perdere: “In realtà il ciclo del Triplete si chiude soltanto oggi (ah ma allora veramente fanno, penso tra me e me, ndr). Con Mazzarri sul ponte di comando il pianeta nerazzurro si appresta a scrivere una storia nuova di zecca”. Roba che se lo avesse scritto qualsiasi quotidiano napoletano, da Milano – fino a tre giorni fa – ci avrebbero riso in faccia.

Ma non è finita. Cerco di riavermi e torno alle pagine 2 e 3. E trovo un articolo di Nicola Cecere così titolato: “Ha il carattere di Mou (a ridaje, ndr), è un perfezionista. Punta sulla difesa a tre”. Vabbè, l’articolo potrebbe ingenerare qualche maldicenza sul nostro Walter, perché si sofferma su telefonate che lui avrebbe fatto nel corso dell’anno a cronisti che seguivano l’Inter. Ma noi tiriamo dritto perché queste cose non ci interessano. Il mercato è il mercato e tanti in bocca al lupo a Walter.

Il punto è un altro. È l’elogio sperticato del tecnico da parte di Cecere, al cui cospetto Vittorio Raio sembra essere un critico impietoso del nostro amato De Laurentiis. L’ultimo paragrafo si intitola “Come Mou”. “Walter vive di calcio. Come Mourinho, cura i dettagli, i particolari, come il portoghese, risulta simpatico o antipatico proprio come Mou. Pensa al calcio 24 ore al giorno”. L’unico appunto che Cecere osa muovere al nuovo santone del calcio è il seguente: “A volte – scrive – a Napoli ha inseguito complotti e fantasmi. Qui a Milano dovrà cercare di essere meno permaloso”.

Chiudo il quotidiano, che forse potrebbe essere anche soprannominato La Pravdetta dello sport, e penso che non criticherò mai più i napoletani. Figurarsi, Mazzarri merita tutti gli elogi di questo mondo, ma paragonarlo a Mourinho al secondo giorno, anzi al primo, è semplicemente divertente. Per non dire altro.

Chissà, forse dovremmo imparare da loro. Hanno preso Mazzarri e sono convinti di aver ingaggiato il nuovo Mourinho. Noi abbiamo Benitez, uno degli allenatori più titolati al mondo, e quasi ci mettiamo scuorno.
Massimiliano Gallo

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