Sarà pure avulso, ma questo finale mi mette i brividi

Sì, lo so che è pura follia, che i conti vanno fatti alla fine, che il fatto che non dipenda tutto da noi (o forse sì?) è drammatico, e che potrebbe sfuggirci tutto di mano ancora una volta, lo so, però per me questo campionato è straordinario. Sì, so anche che è molto al di […]

Sì, lo so che è pura follia, che i conti vanno fatti alla fine, che il fatto che non dipenda tutto da noi (o forse sì?) è drammatico, e che potrebbe sfuggirci tutto di mano ancora una volta, lo so, però per me questo campionato è straordinario. Sì, so anche che è molto al di sotto della media, che le prestazioni di tutti (tranne quelle della Juve) sono state mediocri, che abbiamo tredici punti in meno dell’anno scorso, e che i punti delle capoliste, al momento, sono quelli che l’anno scorso ci servirono per accedere alla Champions. So tutto. Ci ho pensato, ho ragionato moltissimo. Eppure questo campionato lo trovo bellissimo proprio perché imprevedibile, imponderabile. Qualcuno può forse garantire, oggi, che lo scudetto sarà della Juve o del Milan? E con quattro squadre al terzo posto, qualcuno forse può già dare per scontato il risultato? No. Nessuno. La verità è che, malgrado noi e malgrado le altre, mai come questa volta è davvero ancora tutto possibile, come mi piace sempre dire, e questo mi riempie di una gioia così straordinaria da tenermi ancora più avvinghiata coi piedi per terra, sensazione stranissima per una come me, che in genere si lascia andare ad entusiasmi dilaganti e che poi non acchiappi più. Mi piace da morire l’imprevedibilità, l’”avulsità” della classifica (che razza di parola “avulsa”, quasi meravigliosa), l’idea che anche se abbiamo fatto parecchio per buttare tutto all’aria, siamo incredibilmente lì, terzi. Quando Mazzarri dichiarò che eravamo da settimo posto mi arrabbiai così tanto che poi smisi di ascoltare le sue dichiarazioni in tv. Mi sembrò un tradimento. Pregai con tutta me stessa che i fatti potessero smentirlo, che potessimo arrivare di nuovo lassù. Bé, da ieri ci siamo. Dopo la partita della Lazio, ieri sera, mi sono sorpresa a pensare che aspettavo quel momento dalla prima di campionato. Che, nonostante cedimenti, crepe, sofferenze e tutti i pareggi subiti al San Paolo – comprese le sconfitte – ho sempre sperato solo in quello. Perché, l’ho detto più volte, stare in Champions è stato così straordinario che non tornarci sarebbe come intorpidirsi, anche se in attesa di un anno migliore. Perché sono curiosa di vedere la campagna acquisti del Presidente qualora dovessimo centrare l’obiettivo, perché sarei fiera di una stagione così, chiusa al terzo posto, coppa o non coppa. Sì, lo so che non dipende solo da noi. So che dobbiamo vincerle tutte, lo so. Ma l’idea della guerra di tutti contro tutti mi fa impazzire. Mi fa venire voglia di mettermi pantaloncini e maglietta e scarpe coi tacchetti ai piedi e scendere in campo e correre finché non sento scoppiarmi il cuore. Perché poi penso che se dovessimo arrivare veramente terzi, quest’anno, mi scoppierebbe davvero il cuore. Non c’è niente che potrei augurarmi di più, per questa stagione. Sì, certo, la coppa, la finale, Roma, ma quella viene il 20 maggio, mentre adesso io voglio vivere solo le ultime tre partite e arrivare al tredici maggio urlando con tutta me stessa. Che qualcuno lo dica a Mazzarri, e a quelli vestiti di azzurro che ci fanno soffrire, ma anche apprezzare il bello che c’è. Perché vederli giocare da Napoli, anche se non per tutti e due i tempi di gioco, è quanto di più vicino all’emozione pura e alla bellezza che possa esistere. Una cosa però è importante, secondo me: se imperativo è combattere e provarci è anche vero che tutto quello che abbiamo fatto e raggiunto quest’anno è merito nostro, compresi i demeriti. Non dimentichiamoci dei meriti. Non dimentichiamo che con una rosa ristretta (resa ancora più ristretta dalle scelte dell’allenatore che tante volte abbiamo contestato), abbiamo superato il girone di ferro in Champions e stiamo scalando una classifica. Perciò restiamo saldi lì e cancelliamo tutto il resto, le previsioni, i punteggi necessari, le assenze delle rivali e i casi arbitrali, lasciamo fuori le ipotesi di complotto a favore dell’Inter o della Juve o della Roma. Ma che ce ne importa? Se la speranza è davvero l’ultima a morire, io voglio portarmela dietro fino all’ultima di campionato e al diavolo tutto il resto. E Forza Napoli. Sempre. Ilaria Puglia

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