Margaret Court Smith la più forte tennista della storia messa al bando per le sue idee su gay e transgender: «Mi hanno cancellata»

Ha le stesse idee di J.K. Rowling. Ha vinto 64 Slam, ora guida una chiesa ultra-cristiana. «Ci sono moschee ovunque in Inghilterra. Pensiamo di non avere nulla di cui preoccuparci?»

Former Australian tennis player Margaret Court poses with a replica of the trophy to commemorate 50 years of her Australian grand slam win before the start of men's singles match between Spain's Rafael Nadal and Australia's Nick Kyrgios on day eight of the Australian Open tennis tournament in Melbourne on January 27, 2020. (Photo by Greg Wood / AFP) / IMAGE RESTRICTED TO EDITORIAL USE - STRICTLY NO COMMERCIAL USE

Margaret Court Smith ha 83 anni, ha vinto 64 titoli Slam in singolare e doppio, più di ogni altro tennista della storia. Ha il record di 24 titoli del Grande Slam in singolare, Serena Williams non è riuscita a eguagliarla e Djokovic a superarla. Novak ne ha vinti 24 quanto lei. In un tempo (anni 60) in cui quando vinceva i “suoi” (è australiana) Australian Open il premio era un ombrello, o un beauty case in pelle. Ha un campo a suo nome, a Melbourne. Ma addirittura Martina Navratilova e John McEnroe nel 2020 sfilarono con uno striscione per provare a farlo rinominare. Perché Margaret Court Smith è una paria, in Australia e nel mondo del tennis in generale: è contro il matrimonio gay, “l’ideologia transgender”, e nella sua seconda vita è un pastore ultra-cristiano. Guida una chiesa. “Gli australiani non mi si avvicinano. Preferirebbero che il mio nome sparisse” – dice a Oliver Brown che l’ha intervistata per il Telegraph. Per contesto: Brown è il più conservatore degli editorialisti sportivi del più conservatore giornale inglese. Ha idee quasi sovrapponibili a quelle di J.K. Rowling la creatrice di Harry Potter.

«Non mi sorprenderei se venisse battuto il record di 24 Slam vinti in singolare ma i 64 in totale non saranno mai battuti». E ancora: «Qualunque cosa faccia il tennis”, insiste, ” non potrà mai cancellare  quello che ho fatto». 

“Sono stata una pioniera”, sorride. “Sono stata la prima tennista a fare pesi in una palestra maschile. La gente diceva: ‘È troppo magra, non ce la farà mai’. Ma mi ha mantenuta in forma: a oggi non ho mai dovuto operarmi a nessuna articolazione”.

Le campagne per rinominare la Margaret Court Arena al Melbourne Park vanno avanti da oltre 20 anni. Nel 2021, Daniel Andrews, allora primo ministro di Victoria, si oppose al suo riconoscimento di Companion of the Order of Australia a causa delle sue opinioni “vergognose e offensive”. Persino quando gli Australian Open si degnarono di ospitarla nel 2020, in occasione del 50° anniversario del suo Grande Slam, gli organizzatori aggiunsero un’avvertenza sconcertante: le convinzioni di Court “non erano in linea con i nostri valori di uguaglianza, diversità e inclusione”.

Racconta di non essere stata invitata né al Roland Garros né agli Us Open, entrambi vinti cinque volte, per 15 anni. Per qualsiasi altra campionessa con un simile pedigree, un trattamento così sprezzante sarebbe impensabile, scrive il Telegraph. “Illustra la strana posizione che Court occupa, una donna che domina ogni albo d’oro ma le cui dichiarazioni incendiarie hanno portato a una sorta di cancellazione”.

I valori cristiani sono stati eliminati dalle nostre scuole. Alcuni bambini non sanno nemmeno più se sono maschi o femmine. È qui che mi arrabbio, perché ripenso alla mia vita e mi rendo conto che ero un maschiaccio da piccola. Giocavo a calcio e a cricket, e battevo tutti i ragazzi. Ma sapevo ancora di avere due fratelli diversi da me. Ora ci sono bambini che dicono: ‘Mi sento come un maschio’. Somministrare loro una terapia ormonale sostitutiva prima della pubertà? Finiscono intrappolati nei loro corpi e non possono tornare indietro. Non permettiamo nemmeno loro di guidare fino a 17 anni. Quindi perché fare una cosa del genere a un altro essere umano? Cosa stiamo facendo ai nostri giovani? Mi viene da piangere”.

Brown ricostruisce l’inizio delle ostilità, !esplose dopo la sua apparizione in una stazione radio cristiana, dove ha descritto il programma australiano Safe Schools – che promuove la “diversità di genere” e condannato dall’ex primo ministro australiano Tony Abbott come “ingegneria sociale mascherata da antibullismo” – come “il diavolo”. Questo si è rapidamente trasformato in titoli raccapriccianti come “Court definisce i ragazzi trans opera del diavolo”. “Non ho detto questo”, sospira. “Stavo rispondendo a qualcos’altro. Sono rimasta un po’ ferita, perché poi la gente si è fatta un’opinione sulla base di quello”.

Ancora oggi, sembra sconcertata dall’ostilità, rifiutandosi di cedere perché crede implicitamente in ciò che la Bibbia le dice. “Come ministro, ho semplicemente difeso alcuni valori. Non ho nulla contro le persone gay. Dico solo quello che dice la Bibbia: “L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno una sola carne”. Gesù lo disse nei Vangeli. Sono cresciuta con questo e non sono cambiata. Può rivoltare la gente contro di te. Ma sai una cosa? Quando conosci la pace di Dio, quando aiuti le persone e vedi le loro vite cambiare, questo è tutto ciò che conta.”

Alla fine degli anni Settanta, subito dopo il ritiro dal tennis, Court attraversò un periodo paralizzante di depressione, che la ridusse, come scrisse nelle sue memorie, a “un guscio naufragato che galleggiava in un mare di smarrimento”.

“Fu allora che Qualcuno mi disse: “Beh, perché non vai a scuola biblica?”. All’inizio pensavo che la mia vita sarebbe stata un disastro ancora maggiore diventando cristiana. Ma in qualche modo ho deciso: “C’è una via d’uscita da tutto questo”. Alla scuola biblica, sono stata completamente guarita”.

C’è, fedele al suo stile, qualche digressione incendiaria, non da ultimo quando pronuncia, continua il Telegraph: “Ci sono moschee ovunque in Inghilterra. Pensiamo di non avere nulla di cui preoccuparci? Dobbiamo arrivare presto. C’è un lato molto militare nell’Islam”, dice. “È pericoloso per la vostra nazione ed è pericoloso per la nostra nazione. I cristiani possono essere insensibili a tutto questo, e dobbiamo sostenere i nostri valori e la nostra morale.”

Ora pare che le acque si siano un po’ calmate. Tennis Australia ritiene opportuno dare il benvenuto a Court senza rimproveri pubblici. “Sento che pensano: ‘Ha pagato il prezzo'”. In definitiva, si sente sufficientemente sostenuta dalla sua fede da affermare di non preoccuparsene più. “Tu ed io passeremo”, assicura. “Ma la Sua parola no”.

Correlate