Se Gattuso sapesse come funzionano le qualificazioni Mondiali negli altri continenti
L'Europa porta al Mondiale il 30% delle federazioni, percentuale molto più alta che negli altri continenti. È inferiore solo al Sudamerica dove hanno vinto dieci Mondiali

Db Firenze 01/09/2025 - allenamento e conferenza stampa Italia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gennaro Gattuso
Se Gattuso sapesse come funzionano le qualificazioni Mondiali negli altri continenti
Hanno fatto non poco discutere, soprattutto all’estero, le dichiarazioni del Commissario Tecnico della Nazionale italiana di calcio Rino Gattuso, il quale, dopo la gara vinta con la Moldavia, ha pubblicamente contestato i criteri di qualificazione ai Mondiali di calcio, dicendo che ai suoi tempi ci si qualificava direttamente anche arrivando secondi nel girone (mentre adesso le seconde classificate devono disputare i play-off…), che altrove ci si qualifica anche arrivando quinti nel girone e perdendo ben sei partite nelle eliminatorie (come, ad esempio, il Brasile in Sudamerica) mentre l’Italia, se anche dovesse battere la Norvegia, rischia di non qualificarsi nonostante le ben sette vittorie e una sola sconfitta, e che prima l’Africa portava soltanto due squadre al Mondiale, oggi ne porta nove.
Evidentemente Gattuso (ma non soltanto lui) ignora che in Sudamerica, a partire dalle qualificazione ai Mondiali del 1998, non esistono più i gironi di qualificazione al Mondiale ma le dieci selezioni nazionali sono inserite in un unico girone all’italiana nel quale ogni squadra affronta in gare di andata e ritorno tutte le altre, disputando, in tutto, diciotto partite (a differenza delle sei che ha disputato la Francia e le otto dell’Italia..) e pertanto, giocando ben dieci/dodici gare in più rispetto alle Nazionali europee, è del tutto “normale” qualificarsi ai Mondiali con un maggior numero di sconfitte.
Per quanto riguarda l’Africa, invece, è vero che il numero delle selezioni africane che partecipano al Mondiale nelle ultime edizioni è sensibilmente aumentato, passando dai due posti avuti fino al 1990 ai nove attuali, ma è pur vero che la Confederazione Africana annovera ad oggi ben 54 federazioni nazionali affiliate e che, pertanto, le nove squadre che parteciperanno al prossimo Mondiale in rappresentanza del continente africano sono il 16,7% del totale, mentre l’Europa, con 55 federazioni affiliate alla Uefa, porta sedici squadre al Mondiale, ossia il 29,1%, oltre dodici punti di percentuale in più rispetto all’Africa, circa 10 punti in più rispetto all’Asia (che partecipa con otto squadre su 46 nazionali, ossia il 19,6%), dodici punti di percentuale in più rispetto all’America Settentrionale e Centrale (che porta al Mondiale sei selezioni su 35 totali, ossia il 17,1%) e dieci punti in più dell’Oceania, con una sola rappresentante su undici (il 9,1%). L’unica confederazione ad avere una percentuale superiore rispetto all’Europa è quella Sudamericana, con ben sei squadre su dieci (il 60%), ma va anche detto che il Sudamerica, con sole dieci selezioni Nazionali, si è aggiudicato ben dieci edizione dei campionati Mondiali di calcio (cinque volte il Brasile, tre l’Argentina e due l’Uruguay), ossia due in meno rispetto alle dodici conquistati dalle squadre Europee (che però, come visto, sono molte di più)
Per tali motivi le lamentele esposte da Gattuso (e di chi la pensa come lui…) circa i criteri di qualificazione al Mondiale appaiono quanto mai infondate e fuori luogo.










