Il Napoli resta enigmatico, non trova la linea della continuità (Gazzetta)

Il Napoli, come il Como, è debole davanti: non si impone nonostante somigli molto a quello dello scudetto

Napoli

Napoli's Italian defender #37 Leonardo Spinazzola (R) fights for the ball with Como's Dutch forward #42 Jayden Addai during the Italian Serie A football match between Napoli and Como at the Diego Armando Maradona stadium in Naples, on November 1, 2025. (Photo by Alberto PIZZOLI / AFP)

Il Napoli resta enigmatico, non trova la linea della continuità (Gazzetta)

La Gazzetta ovviamente scrive di Napoli-Como 0-0 e lo fa con Pierfrancesco Archetti:

Partenza, cadute, rinascita, frenatina. Il Napoli della prima porzione di stagione resta enigmatico, non trova la linea della continuità, in qualsiasi competizione. Aveva sempre vinto in casa in questa annata, il Como aveva sempre perso qui nella sua storia in A. Ma il pareggio è un verdetto onesto, anche se gli ospiti si fanno apprezzare e hanno l’occasione per far svoltare il match quando Morata si fa parare un rigore da Milinkovic. Però nella ripresa il Como non è pericoloso e non approfitta di un Napoli sbiadito in certi singoli, ma che sa tenere lontani i rivali dalla sua porta, tanto che il gigante serbo dopo il rigore non deve quasi più intervenire.

Anche Nico Paz, argentino tanto atteso in uno stadio intitolato a Diego, sgobba come gli altri in copertura però non riesce a far sfavillare le qualità, la mossa che incanta i difensori e il pubblico resta nascosta. In totale, il Como tira in porta soltanto due volte, e una è il grande rimpianto del rigore. Anche il Napoli è debole davanti: non si impone nonostante somigli molto a quello dello scudetto, non soltanto per il 4-3-3 più tradizionale, ma pure per il rientro di alcune pedine importanti. 

Fabregas: «nessuna squadra ha mai pressato il Napoli così al Maradona, solo il nome ti mette paura»

Cesc Fabregas a Dazn

«Contento fino a un certo punto, quando giochi così, devi vincere, altro step in avanti, giocato contro i campioni d’Italia, sono veramente foti, mi piace molto. Siamo andati a pressarlo, nessun squadra ha pressato il Napoli così. Con tre giocatori di 20 anni, due di 21 anni e uno di 22. So che la gente piace parlare di cento milioni spesi ma abbiamo fatto investimento su ragazzini, alcuni sono venuti a zero. Soddisfazione di venire a giocare qui, al Maradona che solo il nome ti mette paura. Mi hanno emozionato per 75 minuti e poi hanno saputo soffrire. Siamo tutti una famiglia, a mostrare questo spirito, dobbiamo continuare così».

«Mi sento una squadra che sta migliorando, c’è tanto da fare, da migliorare, dal punto di vista della fame, della voglia di migliorare giorno per giorno, quando sei giovane ci sono molti alti e bassi. Spingo con i miei calciatori, chiedo sempre di più allenarsi di più, è una fortuna come allenatore. Siamo in un processo lungo, siamo solo all’inizio».

Confronto con Conte

«Antonio ha molta passione, otto anni fa al Chelsea faceva cose molto diverse da quelle di oggi. Si evolve, vuole migliorare, crescere, un bravo allenatore si vede per la identità della squadra».

«Stiamo lavorando, quando si ha tanto possesso, loro ti aspettano per contropiede. Per questo le marcature preventive sono fondamentali, ho imparato tanto da Antonio al Chelsea. Il rigorista? Mi dispiace, ho vissuto tanti episodi personali, a volte me la sentivo, altre volte no. Chi se la sente, calcia. Lo scorso anno, Cutrone ne ha sbagliato uno, Nico ne ha sbagliato uno».

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