Herbert: «Il problema della Ferrari sono gli ingegneri in fabbrica, non Hamilton e Leclerc»

Al podcast di The Race ‘Stay on Track’: «Se avessero avuto la macchina di cui avevano bisogno, i piloti non avrebbero fatto quel tipo di commenti. Il fatto che Elkann dica loro di stare zitti, non è una cosa positiva»

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Sakhir (Bahrein) 25/02/2023 - test F1 Ferrari SF-23 / foto Press Office Scuderia Ferrari/Image Sport nella foto: Frederic Vasseur

La Ferrari non vince un titolo in Formula 1 dal lontano 2008. E quest’anno sta confermando il trend negativo con una stagione piena di errori e carica di nervosismo. Tanto da costringere il presidente John Elkann ad intervenire suggerendo ai piloti – Lewis Hamilton e Charles Leclerc – di “parlare meno e pensare a guidare meglio”. Parole pronunciate a margine del Gran Premio del Brasile, che hanno finito per surriscaldare un ambiente già molto caldo.

L’analisi di Herbert sulle difficoltà di casa Ferrari

Ma in fin dei conti, considerati gli oltre quindici anni di digiuno, quanto è grande la percentuale di colpe di coloro che salgono a bordo della Rossa? Probabilmente è molto bassa, sostengono in parecchi tra appassionati ed addetti ai lavori. Tra questi ultimi c’è anche Johnny Herbert, ex pilota ed oggi opinionista televisivo.

Intervenuto al podcast di The Race ‘Stay on Track’, il britannico ha affermato: «Penso che il presidente sia stato molto duro. Lewis ha una grande esperienza, ha vinto i mondiali con Mercedes e McLaren e sa come lavorano quei team, in modo molto metodico». Poi ha aggiunto: «Credo che quello che dicono sia giusto. Sono critici nei confronti del team e delle prestazioni della macchina e questo è il loro lavoro».

Herbert ha le idee chiare anche su quale sia invece la principale fonte dei problemi ferraristi: «Il fatto che John dica ai piloti di stare zitti non è una cosa positiva, rende le cose un po’ più difficili per loro. Purtroppo il problema è in fabbrica, dove gli ingegneri non sono riusciti a produrre quanto richiesto. Se i piloti avessero avuto la macchina di cui avevano bisogno, non avrebbero fatto quel tipo di commenti».

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Ecclestone: «Vasseur troppo debole, alla Ferrari serve un dittatore. Hamilton? È solo marketing finanziario»

Anche questa stagione, la Ferrari non sta brillando (eufemismo) e sul banco degli imputati ci sono soprattutto Frederic Vasseur e Lewis Hamilton. Il team principal del Cavallino appare ancora lontano dall’essere quel leader che servirebbe alla Scuderia per invertire il trend negativo degli ultimi anni. Il sette volte iridato, dal canto suo, ha decisamente tradito le attese createsi attorno a lui alla vigilia dell’arrivo a Maranello.

Anche Bernie Ecclestone, ex boss della Formula 1, ritiene che entrambi non stiano dando l’apporto giusto alla causa della Rossa. Ne ha parlato ai microfoni di Sport.de, come di consueto, senza usare giri di parole.

Le parole di Ecclestone su Vasseur ed Hamilton

«Il problema è che la Ferrari ha bisogno di un dittatore al vertice per avere successo», ha esordito Ecclestone. «Lì non parlano italiano, parlano Ferrari. Tutti in Italia hanno voce in capitolo e interferiscono decidendo cosa è giusto e cosa è sbagliato. Vasseur è troppo debole e non è un dittatore», ha poi sottolineato.

Quanto ad Hamilton, invece, questo il pensiero del 95enne britannico: «Gli sta sfuggendo tutto di mano. Voleva diventare campione del mondo ed ora è rimasto sorpreso di non poterlo fare. Sicuramente è uno dei migliori dell’ultimo decennio, ma non il migliore. Il rapporto con la Ferrari è solamente un progetto di marketing finanziario. Credo che nel suo futuro si occuperà di moda».

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