Ghoulam: «Arrivai a Dimaro, volevo la stanza da solo per pregare. Me la diedero con Koulibaly, entrai e stava pregando»
Al CorSera: «A Napoli nessuno ha mai saputo che lui ed io uscivamo di sera, camuffati, a fare beneficenza. Ora siamo soci in affari».

Hermann / KontroLab
Faouzi Ghoulam racconta la sua nuova vita dopo il ritiro: oggi è socio in affari con Koulibaly, commenta per Sky e studia per diventare allenatore. L’ex terzino, che ha lasciato il calcio a 32 anni dopo otto stagioni al Napoli, è convinto di essere stato un giocatore diverso dagli altri. Ecco cosa ha detto al Corriere della Sera, a firma Monica Scozzafava:
«Nei momenti più belli pensavo al dopo. Ero fra i più forti e, oggi posso dirlo, su di me c’erano i più importanti club al mondo. Vivevo il momento ma pensavo al futuro. Avere avuto la fortuna di incontrare Koulibaly mi ha aperto due strade, quella, emotiva: è un fratello. E l’altra professionale. Oggi siamo soci in affari immobiliari. Lui è la mente del sodalizio. Io vado in giro. Kouly è la fortuna più grande che mi sia capitata… Pensare che neanche volevo conoscerlo!».
Le parole di Ghoulam
«Gratitudine, e si è felici anche. Si sta molto bene».
E cosa si prova a rompersi il ginocchio nel momento migliore, non una ma due volte?
«Cambia tutta la scena. All’inizio è drammatico poi ti soffermi e trovi una ragione nella fede. Stavano peggio gli amici, i familiari, i compagni».
Ci racconti il tuo arrivo al Napoli?
«Il primo anno di ritiro col Napoli in Trentino: arrivai qualche giorno dopo tutti gli altri. Dissi al team manager che volevo la stanza da solo. Ho le mie abitudini, al mattino prego. Non mi andava di dare fastidio a chi invece dormiva. Lui mi disse che avrei condiviso la camera soltanto la prima sera, poi mi avrebbero accontentato. Entro in camera e trovo Kouly a pregare, fu amicizia, fratellanza a prima vista. La spiritualità è qualcosa che avverti, la senti».
Una vita fa, oggi soci a distanza?
«Si può fare perché negli anni abbiamo stabilito un forte legame, fatto di piccole e grandi cose. A Napoli nessuno ha mai saputo che uscivamo di sera, camuffati a fare beneficenza. Ad aiutare i senza tetto, a portare da mangiare a chi non ne aveva. Noi per gli altri, io per lui. Oggi basta alzare il telefono per stabilire qualsiasi cosa sulla nostra attività. C’è totale fiducia».
«C’è un solo modo, i risultati. Conte sa come gestire certe situazioni, ci ha messo la faccia e dalle difficoltà riemerge sempre. Ho fiducia».
Il futuro?
«Voglio diventare un manager sportivo a 360 gradi e per questo ho bisogno di acquisire nuove competenze: Coverciano dove ho appena preso il patentino B mi dà la prospettiva degli allenatori. Il master Uefa per i top manager».
Vive tra Parigi e Dubai, perché l’Italia per formarsi?
«La scuola italiana è la migliore dal punto di vista tecnico tattico come è dimostrato dal successo di tanti allenatori italiani nel mondo».
Dov’è adesso?
Ghoulam: «Appunto, a Marsiglia. Studio De Zerbi in campo e Benatia dietro la scrivania, è un mio carissimo amico e d.s. di un grande club. È una squadra dove ci sono tanti italiani, vederli lavorare è pazzesco».










